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Opinioni

Come Hunger Games ma italiana e online, è partita ‘Under – The Series’

Con un omonimo romanzo di fantascienza di Giulia Gubellini a fare da base, la partecipazione di Gianmarco Tognazzi e Giorgio Colangeli è arrivata la webserie italiana più ambizione.
A cura di Gabriele Niola
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Il cinema italiano non ha un suo Twilight, un suo Hunger Games, un suo Divergent o un suo Beatiful Creatures, film di fantascienza o fantasy di nuova generazione (solitamente con protagonista femminile e tratti da una serie di libri) ma le webserie sì.
Under è solo al primo episodio ma è già evidente, dal progetto, dalle competenze coinvolte e dagli autori coinvolti che si tratta di un piccolo passo in avanti progettuale rispetto al solito.

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Non solo il nostro cinema ma nemmeno la nostra webserialità fino ad ora si era spinta così in avanti con la fantasia, arrivando a concepire una distopia di fantascienza dai toni e caratteri allineati a quel che si fa in America e non a caso aiutata da due partecipazioni prelevate da altri media come Giorgio Colangeli o Gianmarco Tognazzi.
La storia è quella di un’Italia del futuro in cui a causa della crisi economica di questi anni sono scoppiati diversi tumulti e si è perso il controllo dell’ordine pubblico fino a che il governo non ha più potere. Un soggetto paramilitare ha dunque preso il comando e gestisce lo stato attraverso la forza. Per strada imperversano bande e le nuove generazioni sono educate con la forza in scuole-caserma. Chiunque si dimostri un soggetto deviante o antisociale viene costretto a partecipare ad un reality show mortale.

Inutile a dirsi il budget per girare questa storia non è vicino nemmeno a quelli dei film italiani, figuriamoci quelli americani. Fin dal primo episodio tuttavia c’è una chiarezza economica e un’intelligenza produttiva che sollevano il morale.
La distopia di un futuro in cui tutto in Italia è andato male (seguendo le ipotesi peggiori che si possono fare adesso) è resa lavorando di resti industriali, ambienti che sembrano usciti da Stalker di Tarkovskij e che parlano da soli di un passato recente che pare remoto. Fabbriche abbandonate, vagoni del treno o della metro, graffiti e macerie, come se la vita si svolgesse in mezzo al ricordo di quel che è stato, alla maniera di Divergent (una delle ultime incarnazioni filmiche di questo genere).

Eppure, anche al di là delle idee produttive, che il progetto Under non sia campato in aria era evidente già a partire dai presupposti. Tutto inizia da un romanzo, chiamato sempre Under e scritto da Giulia Gubellini, lì nasce la storia e i personaggi che Ivan Silvestrini (già autore della webserie pluripremiata Stuck) ha poi portato online non senza diverse espansioni. La vera originalità però sta nel fatto che romanzo e webserie escono contemporaneamente, non c’è uno dei due che funga da veicolo promozionale per l’altro ma entrambi alimentano la medesima storia fruibile in due maniere diverse e potenzialmente in contemporanea.

La forza di una simile narrazione, in originale, è di funzionare come grande romanzo di formazione, al pari di quelli di Jane Austen: una storia puramente sentimentale che mette i protagonisti sullo sfondo di un conflitto generazionale che dica qualcosa di più. In questo caso il calco con Hunger Games è molto forte nella dinamica del reality, tuttavia l’elemento dell’amore contrastato da un sistema che non lo approva è sufficientemente universale da portare Under dalle parti del classico.
Al momento sono uscite unicamente un paio di puntate, ben poco rappresentativo di quel che sarà la serie (già il trailer sembra essere più efficace in questo), ed è presto per esprimere un giudizio, tuttavia anche solo l’esistenza di una webserie come Under è una buona notizia che va salutata con il massimo entusiasmo.

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