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Cosa succede alle criptovalute: perché stanno crollando tutte

Da Bitcoin a Ethereum passando per Dogecoin: non c’è criptovaluta il cui valore non stia precipitando in questi giorni. L’andamento in negativo di questo periodo è il risultato di due eventi specifici, che si sono verificati a distanza di pochi giorni e sono stati amplificati dalle reazioni degli investitori.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Sono momenti difficili per chi ha investito in criptovalute: da qualche giorno a questa parte in effetti non c'è valuta virtuale che non stia subendo tracolli o non sia per lo meno finita al centro di fluttuazioni ancora più intense di quelle che vengono considerate fisiologiche in questo particolare settore. Le ultime ore sono però state particolarmente dure per il mondo crypto: nella giornata di oggi, mercoledì 19 maggio, la totalità delle valute più scambiate sta viaggiando in rosso, con perdite sulla giornata precedente che vanno dal 15 al 30 percento.

Il ruolo di Elon Musk

La volatilità estrema di questi strumenti rende spesso difficile tracciare con precisione da dove si sia originata un'ondata di panico o di acquisti, ma nel caso di questi giorni è impossibile non riscontrare nel fenomeno l'intervento del miliardario Elon Musk. Settimana scorsa l'imprenditore e patron di Tesla ha infatti annunciato con un tweet che la sua azienda non avrebbe più accettato pagamenti in Bitcoin, poco più di un mese dopo aver aperto il gruppo alla criptovaluta e soprattutto dopo mesi di tweet e interventi pubblici spesi per promuoverne l'adozione.

La mossa ha colpito l'intero mondo delle criptovalute, innanzitutto perché Musk è effettivamente stato il promotore più influente e in vista del Bitcoin, e proprio con i suoi interventi aveva contribuito ad aumentare la fiducia degli investitori in questo strumento portandone in alto di conseguenza il valore. Soprattutto però la posizione di sostenibilità ambientale adottata dal magnate a sostegno del suo dietro-front è già diffusa da anni nel dibattito su Bitcoin, e assumerla ha denotato secondo i critici incompetenza o malafede – a seconda delle interpretazioni.

L'intervento cinese

Il tonfo subito dai Bitcoin nei minuti successivi all'intervento di Musk ha trascinato nel baratro anche le altre criptovalute. Da solo il tweet ha bruciato 36o miliardi di dollari in poche decine di minuti; il mercato delle crypto si è successivamente ripreso, ma mai fino ai livelli antecedenti la presa di posizione di Elon Musk, procedendo comunque al ribasso fino ad oggi. Un ruolo determinante in questo senso l'ha avuto l'intervento della Cina: il governo ha rafforzato le restrizioni imposte agli operatori del settore finanziario in fatto di criptovalute, impedendo loro di accettarle o proporle come strumento ai propri clienti.

La motivazione fornita da tre dei maggiori organi di settore locali – National Internet Finance Association of China, la China Banking Association e la Payment and Clearing Association of China –  non può non essere ricondotta ai fatti di questi giorni e delle precedenti settimane: "Di recente i prezzi delle criptovalute sono schizzati verso l'alto e precipitati verso il basso, e gli scambi speculativi sono tornati in voga mettendo seriamente in pericolo gli averi delle persone e sconvolgendo il normale ordine economico e finanziario". L'effetto è quello che si sta osservando in queste ore sul mercato di queste valute – con Bitcoin in perdita del 34 percento sulla scorsa settimana e le altre criptovalute a seguire a ruota.

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