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Così cambierà il feed di Instagram (a causa di Facebook)

Le due piattaforme, Facebook e Instagram, hanno più cose in comune di quanto possa sembrare. Basti pensare alla gestione del feed su Instagram. Secondo quanto dichiarato da Julian Gutman, responsabile di prodotto di Instagram, l’attività di Facebook influenza quella di Instagram.
A cura di Francesco Russo
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L'addio dei due co-fondatori di Instagram, Kevin Systrom e Mike Krieger, ha portato molti a pensare che la piattaforma possa col tempo trasformarsi, avvicinandosi sempre di più a Facebook. Molti hanno definito questo processo come la facebookizzazione di Instagram. A quanto pare, però, questo processo sarebbe già in atto. Le due piattaforme, in realtà, hanno più cose in comune di quanto possa sembrare. Basti pensare alla gestione del feed su Instagram. A guardar bene, in alto al feed, il luogo dove scorrono tutti i post condivisi sulla piattaforma dagli utenti che seguiamo, appaiono, quasi sempre, i post di alcuni nostri amici. La ragione per cui questo avviene è perchè la nostra attività su Facebook influenza anche quella di Instagram. E non si tratta solo di una supposizione, è proprio Facebook ad ammetterlo, nella persona di Julian Gutman, responsabile di prodotto di Instagram.

Sono tanti gli utenti che temono che Instagram, dopo l'addio dei due co-fondatori, possa perdere un po' della sua originalità, guardando sempre di più a Faceboook. Un primo elemento in questo senso è dato dal fatto che adesso alla guida di Instagram vi è un fedelissimo di Mark Zuckerberg come Adam Mosseri, ex responsabile del feed di Facebook. Ed è proprio il feed che indica che, in realtà, quel famoso processo di "facebookizzazione" sia già in atto. Lo ha ammesso proprio Julian Gutman, responsabile di prodotto di Instagram, in due occasioni, prima a Mashable e poi al quotidiano britannico The Sun.

È noto che prima del 2016 il feed di Instagram fosse impostato sulla modalità cronologica, quella che regola la visualizzazione dei post dal più recente, in alto, al meno recente, in basso. Una modalità che, come dichiarato proprio da Gutman, ha finito per far perdere agli utenti il 70 percento dei contenuti preferiti, la metà dei quali condivisi proprio da parenti e amici. È questa la motivazione che ha poi portato all'introduzione della modalità "feed ranking", cioè quella che mette in evidenza, quindi in alto al feed, i contenuti condivisi da amici e parenti, a partire dal 2016. Una modalità che oggi vale anche per Facebook, come annunciato proprio all'inizio di quest'anno.

Sorge spontanea la domanda, a questo punto: ma come fa a sapere Instagram cosa vuole vedere l'utente? Quali sono i fattori che determinano questa impostazione? La risposta di Gutman è che l'algoritmo che determina il feed utilizza la tecnologia dell'apprendimento automatico, quindi dalla elaborazione dei dati storici sulla base della quale realizzare delle previsioni. Una modalità che è in costante aggiornamento. "Usiamo un sacco di segnali per determinare i messaggi che sono più rilevanti per te", ha aggiunto Gutman. Alcuni di questi "segnali" includono considerazioni su "quanto è probabile che tu sia interessato a quel contenuto", oltre a quanto recente è stato pubblicato il contenuto  e quanto sei vicino all'autore del contenuto".

Ma Facebook in tutto questo gioca un ruolo? La risposta di Gutman non lascia molti dubbi su questo: "Usiamo i dati di Facebook per personalizzare l'esperienza delle persone in un paio di modi", ha detto Gutman, senza specificare però quali siamo questi segnali. Gutman ha però ammesso che essere amici di qualcuno su Facebook è "uno dei fattori in termini di comprensione della relazione tra gli utenti". Gutman ha poi aggiunto che questi segnali comprendono "diversi modi per esprimere l'interesse verso una persona" sia su Facebook che su Instagram "Abbiamo imparato nel tempo quali segnali sono più importanti di altri", ha concluso Gutman. Una ammissione che, per chi avesse ancora dei dubbi, conferma quanto si sospettava. L'azione di cross-play tra le due piattaforma è molto più avanti di quanto si possa pensare.

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