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Opinioni

De Benedetti: “tassare Google & Co. è solo una questione di equità”

Chiaro, conciso e decisamente controtendenza il punto di vista dell’Ingegnere De Benedetti, che risponde con un articolo sull’Huffington Post, alle critiche di Matteo Renzi e di tutti gli “opinion maker” sulla questione della Web Tax.
A cura di Dario Caliendo
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Chiara e decisamente controtendenza la risposta di Carlo De Benedetti a Matteo Renzi in medito alla questione Web Tax. L'Ingegnere (nato a Torino, ma naturalizzato svizzero ed indubbiamente una delle personalità più influenti nel settore dell'editoria), fondamentalmente a favore dell'emendamento di legge, risponde con un articolo sull'Huffington Post al nuovo segretario del Partito Democratico ed a tutti gli opinion maker e le testate giornalistiche.

Sapete come funziona: vendono pubblicità e altri servizi in Italia, fatturano in Irlanda e Lussemburgo dove l'IVA è molto più lieve, poi usano triangolazioni – legali, per carità – per dirottare i ricavi negli Stati Uniti senza lasciare che pochi spiccioli nel nostro paese. Sommandone i risultati, al fisco italiano tali pratiche costano miliardi di euro l'anno.

Si tratta semplicemente di far versare le tasse a chi opera in Italia con una stabile organizzazione – scrive De Benedetti – un atto di giustizia fiscale che nulla ha a che vedere con il ritardo digitale, che semmai è responsabilità della politica.

Un emendamento giusto, che sarebbe stato criticato dagli amici di Google e delle multinazionali, che armando i propri opinion maker "hanno agito di fino, come si conviene, facendo credere persino a qualche grande quotidiano che una siffatta norma fermerebbe per sempre lo sviluppo dell'industria digitale nel nostro paese".

Insomma, secondo quanto sostiene De Benedetti si tratterebbe semplicemente di una questione di equità, di una posizione fiscale che, sulla scia della scelta italiana, seguirebbero molti altri paesi dell'Unione Europea, a partire dalla Francia, per porre fine ad una disparità fiscale tra le aziende nazionali e quelle internazionali che ha già fatto sparire posti di lavoro ed occasioni imprenditoriali locali.

Mi spiace che tra quanti si sono schierati dalla parte degli over-the-top ci sia anche Matteo Renzi, neo-segretario del PD, convinto, come mi ha detto, "che, per come è stata costruita, quella tassa è assurda perché va contro gli accordi europei ed è facilmente impugnabile. O facciamo una scelta netta a livello europeo (apprezzabile!) oppure è solo una manovra spot più dannosa che inutile".

Che si sia a favore o contro la Web Tax, sarebbe auspicabile una presa di posizione da parte di Bruxelles sull'argomento, che va ormai ben oltre alla semplice regolamentazione per il pagamento dell'IVA nelle compravendite internazionali, già regolamentato da una normativa che entrerà in vigore il 1 gennaio 2015.

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