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Delibera Agcom in materia di Copyright: l’opinione della rete [Rassegna stampa]

Le reazioni della stampa, della politica e della rete alla contestatissima delibera Agcom che minaccia la libertà del web italiano.
A cura di Anna Coluccino
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Forse si contava sull'effetto estate, forse ci si aspettava che gli italiani (ormai con la testa in vacanza) non avrebbero notato la gravità del provvedimento che l'Agcom ha tutta l'intenzione di promulgare nonostante l'indignazione popolare continui a crescere. Del resto, se il Web non avesse il potere sovversivo che ha più volte dimostrato, i potenti non sarebbero così preoccupati e non si darebbero tanto da fare per "normalizzare la rete". Se la delibera dovesse essere promulgata così com'è saremmo il primo paese al mondo ad assegnare ad un organismo diverso da quello giudiziario il diritto di oscurare un sito per violazione di copyright, scoperchiando un buco nero che finirebbe per risucchiare colpevoli e innocenti, buoni e cattivi, delinquenti e persone per bene, ladri e onesti divulgatori: tutti insieme appassionatamente, a bollire nel calderone della giustizia sommaria.

In queste ore, il dibattito in rete ribolle. Abbiamo scelto di raccogliere gli svariati contributi presenti sul web per dimostrare che le voci contrarie a questa delibera appartengono non solo agli strenui difensori della libertà della rete e della libera circolazione della cultura (che va sì regolata, ma non soffocata), ma anche a storici "garantisti" che, però, nelle decisioni dell'Agcom non rilevano alcuna garanzia per i cittadini e "gli autori", ma solo per i colossi dell'industria culturale.

Perché quello che spesso di dimentica è che il diritto d'autore nasce innanzitutto per tutelare coloro che hanno prodotto opere d'intelletto (gli autori) e non soltanto coloro che hanno comprato i diritti di opere d'intelletto (cioè le aziende). Si dimentica, inoltre, che le norme vanno modellate sui tempi e non si fanno calare dal cielo a mo' di decalogo biblico, sempiterno e immutabile, incurante di ciò che è esiste e che -per sua stessa natura- evolve…

Ma procediamo con ordine, presentando prima alcune posizioni anti-delibera di giornalisti, esperti e politici, e poi le reazioni del popolo del web.

Rassegna stampa

  • Cominciamo con il contributo di Marco Pierani (senior policy manager di Altroconsumo e avvocato), membro della "delegazione" che fa capo all'iniziativa Sitononraggiungibile e che qualche giorno fa ha infruttuosamente incontrato Corrado Calabrò, presidente di Agcom. Pierani ha pubblicato ben 10 articoli, spiegando le storture della delibera, rispondendo alle repliche dell'Agcom e illustrando le ragioni della crescente preoccupazioni.
  • Decisamente preoccupato, invece, è il tono dell'articolo che Alessandro Longo realizza per l'Espresso, il cui titolo è già -di per sé- una campana a morto: "6 luglio, muore il web italiano".
  • Segnaliamo poi, l'ironico ma ficcante articolo di Guido Sforza che paragona il presidente Calabrò ad un pistolero da western all'italiana deciso a dedicarsi alla giustizia sommaria nel far west della rete.
  • E ancora, Juan Carlos De Martin che -pur conservando una certa equidistanza ed evitando la difesa del web ad oltranza- bacchetta l'autorità ricevendo diverse contestazioni in replica.
  • C'è poi il misurato contributo di Guido Ventere che, pur invitando la rete alla calma, rileva i medesimi difetti di forma e sostanza evidenziati da De Martin.

Le reazioni della politica

  • Antonio di Pietro, da sempre sensibile alle tematiche riguardanti la libertà della rete, attacca l'Agcom affermando che: "In questa norma ci sono almeno tre elementi inaccettabili anche per chi, come me, ritiene che il diritto d’autore vada protetto e garantito".
  • Segnaliamo poi le dichiarazioni di Flavia Perinna (deputata di FLI) che afferma:

E’giunto il momento di una revisione generale da parte del Parlamento della disciplina del diritto d’autore, ormai datata, per adeguarla alle nuove tecnologie e ai nuovi modi di fruizione dei contenuti protetti da copyright. In attesa che ciò avvenga, è impensabile attribuire all’Agcom un ruolo di supplenza o addirittura assegnarle poteri sostitutivi dell’autorità giudiziaria come quelli di chiusura o oscuramento di siti Internet. Altrove questa si chiamerebbe censura ed è possibile che nel mondo così verrebbe definita la disciplina italiana, se la delibera dell’Agcom venisse emanata. A questo punto, o l’Autorità sospende l’emanazione della delibera, lasciando al Parlamento la prerogativa d’intervenire sul diritto d’autore, o sottopone la bozza di delibera alle commissioni parlamentari competenti in materia, per tener conto delle osservazioni che queste intenderanno fare.

Il tema sul quale riteniamo urgentissimo un chiarimento è il regolamento sui diritti d'autore. Da quanto emerge si può supporre che la disciplina in via di definizione vada oltre la delega già discutibile prevista dal decreto Romani di fine marzo 2010. Inoltre, pare inquietante l'eventuale surroga dei poteri del giudice naturale, con l'ipotesi di chiusura, in caso di inadempienza, dei siti "rei" di violare il diritto d'autore. Pare a noi un esercizio improprio della delega tanto più che lo stesso Calabrò nella recente relazione al Parlamento ha dichiarato necessaria una norma primaria di legge. E' opinione comune in tante parti del Parlamento che, a questo punto, sia opportuna una moratoria, in attesa di una procedura istituzionalmente più corretta, non lesiva delle prerogative delle Camere. Siamo fiduciosi che proprio l'Agcom non voglia disattendere un principio generale, la cui violazione porterebbe a una quantità infinita di contenziosi. Raccogliamo un grido di dolore che si sta esprimendo in Rete cui non per caso proprio l'Agcom ha voluto rispondere genericamente su Twitter. A conferma.

Le reazioni della rete

Ora, invece, veniamo alle reazioni del popolo del Web che non è certo rimasto a guardare.

Oltre 94.000 le firme ottenute in meno di 48 ore dall'appello pubblicato su Avaaz che chiede all'Agcom di non censurare Internet.

Viene riattivato, parallelamente, il dominio Sitononraggiungibile.it, vittima di un attacco hacker il cui scopo era quello di penetrare la banca dati in cui venivano conservati i nomi e le email dei firmatari dell'appello, il sistema ha retto, ma il sito è rimasto down per oltre 24 ore.

Intanto, il gruppo Facebook: La rete contro la delibera Agcom continua a martellare il social network sperando di risvegliare l'attenzione degli utenti ma, al momento, è fermo poco sotto i mille iscritti.

Intanto, su Twitter, il trend #nowebcensure legato alla petizione Avaaz continua a macinare migliaia di tweet. L'appello degli utenti è unanime: "Ho mandato un messaggio all'Agcom contro il tentativo di imbavagliare la rete, unisciti".

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E neppure Youtube tace. Ecco una brevissima rassegna dei video "a tema" che abbiamo scovato per voi.

La notte della rete – diretta streaming dell'evento in difesa del Web libero

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