"Non sappiamo gestire gli abusi, in questo facciamo schifo". Così, con una forte autocritica, il CEO di Twitter Dick Costolo descrive l'attuale situazione del social network. "Non è un segreto e il resto del mondo ne parla ogni giorno. Stiamo perdendo utente dopo utente perché non ci occupiamo del problema dei troll". Offese, violenze e minacce. Twitter è diventato il social dove le persone possono sfogarsi su altri utenti, ma l'amministrazione non fa niente per fermarli. È quanto scritto dal CEO in una lettera interna ottenuta al giornale americano The Verge.
Tutto è nato dalla storia di Lindy West, una donna che negli ultimi mesi è stata vittima di pesanti violenze virtuali proprio su Twitter. I molestatori sono persino arrivati al punto di creare un account fittizio intestato al padre defunto della West, dal quale hanno cominciato a twittare commenti crudeli su di lei. Un articolo sulla vicenda, pubblicato dal The Guardian, suggeriva che il social avrebbe potuto prendere dei provvedimenti nei confronti di queste persone, cosa che non è stata fatta. Secondo le indiscrezioni rivelate da The Verge, su un forum interno di Twitter è stato condiviso questo articolo, il quale ha scatenato l'autocritica di Costolo.
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"Mi vergogno di come abbiamo gestito malamente questo problema durante il mio mandato da CEO. È assurdo. Non ci sono scuse" ha scritto Costolo "Mi prendo la piena responsabilità per non essere stato più aggressivo su questo fronte. Non è colpa di nessun altro se non mia ed è imbarazzante". Il CEO prevede poi una linea più dura nei confronti dei troll che ormai hanno invaso il social network. "Cominceremo a sbattere fuori queste persone assicurandoci che nessuno possa più leggere i loro ridicoli attacchi" ha continuato "Tutti nel team della leadership sanno che questo è vitale".
Nel tentativo di porre un freno alle continue molestie sul social network, lo scorso dicembre Twitter ha dato vita ad una partnership con WAM!, un'associazione contro la violenza sulle donne. Ogni giorno, però, gli utenti del social devono affrontare episodi di violenza, minacce e stalking. Come la femminista Anita Sarkeesian, la cui unica colpa è quella di aver criticato l'immagine delle donne mostrata nei videogiochi. Gli utenti hanno risposto con minacce di morte e ripetuti insulti. Ma anche Zelda Williams, la figlia dell'attore scomparso lo scorso agosto, che ha dovuto abbandonare Twitter in seguito agli attacchi ricevuti in merito al suicidio del padre. Una dura risposta dell'amministrazione è fondamentale anche dal punto di vista aziendale. Dei 500 milioni di account creati, solo la metà risultano attivi: 284 milioni. L'emorragia di utenti è quindi un problema da risolvere al più presto, pena l'ira degli investitori. Che potrebbe portare alla cacciata di Costolo.