Se si scrive "Vesuvio" sull'iPhone e si preme la barra spaziatrice, lo smartphone della mela suggerisce la frase "lavali col fuoco" seguita dall'emoji di una fiamma. Uno scivolone causato, secondo molti, da una gaffe dell'azienda di Cupertino, che avrebbe permesso o addirittura inserito volontariamente la frase all'interno del proprio sistema. In realtà, però, non è proprio così. Il sistema di tastiera predittiva, cioè quella che consente di ottenere tre suggerimenti di quelle che potrebbero essere le parole che vogliamo utilizzare, visualizza "parole ed espressioni che potresti avere in mente, in base alle conversazioni passate e al tuo modo di scrivere" come si legge sul sito ufficiale.
In una situazione del genere, al netto delle polemiche che hanno invaso i social con l'hashtag #AppleVesuvio, l'aspetto principale è quello di capire cosa ha generato il problema. Insomma, come funziona la tecnologia predittiva e cosa significa che il sistema mostra parole e frasi "che potremmo avere in mente"? Semplice: che l'algoritmo deputato a questo compito viene costantemente "nutrito" con parole e frasi comuni, sia da parte di Apple che, soprattutto, da parte degli stessi utenti, i cui messaggi vengono analizzati – ovviamente in forma anonima – per poi poter offrire suggerimenti sempre migliori. Per questo aprendo un nuovo messaggio e senza scrivere nulla vi troverete davanti a differenti suggerimenti da telefono a telefono. La spiegazione è semplice: i suggerimenti si basano sulle risposte più frequenti e sull'ultimo messaggio ricevuto.
Non è però nemmeno corretto scaricare tutta la colpa sui singoli utenti: sarebbe errato dire che il sistema suggerisce la frase solo a chi la scrive spesso, perché ormai è stato appurato che non è così e che la tastiera mostra l'insulto a chiunque, anche a chi non l'ha mai scritto. La problematica, in questo caso, dipende dal sistema di gestione della lingua italiana a livello nazionale, cioè riguarda il dizionario generale che l'algoritmo ha realizzato analizzando le frasi e le parole più scritte su iPhone e sul web. All'interno di questo database dev'essere finita per errore la frase incriminata, offensiva ai nostri occhi ma non a quelli di un algoritmo che, leggendola varie volte, deve averla inserita nel sistema automaticamente. Un controllo mancato deve aver poi contribuito alla pubblicazione della frase, scoperta solo nelle ultime ore.
Per quanto riguarda l'emoji del fuoco, invece, non si tratta di un voler rigirare il coltello nella piaga, ma di una funzione che propone l'emoji legata all'ultima parola scritta (funziona solo nelle app di messaggistica). C'è poi chi si chiede perché il sistema non proponga offese anche nel caso di altri insulti utilizzati spesso. Semplice, perché per lo più si tratta di offese che il sistema individua in automatico. "Juve m***a", per esempio, è automaticamente segnalata come insulto per la presenza di una parola volgare, così come molte frasi vengono bloccate perché individuate dal controllo umano dell'algoritmo. Lo stesso al quale è probabilmente sfuggita la frase sul Vesuvio. Che, però, nasce dalle frasi scritte dagli utenti e non certo dalla volontà di Apple di voler inserire volontariamente un offesa simile.