A dare l'allarme è una ricerca realizzata dalla divisione specializzata in sicurezza informatica Fortify di Hewlett-Packard, che avverte utenti e produttori: sette dispositivi su dieci tra SmartTV, climatizzatori, telecamere di sorveglianza IP, termostati intelligenti e così via, hanno pericolose vulnerabilità che li rendono le vittime perfette per hacker e malintenzionati.
Gli esperti di Hewlett-Packard hanno testato le dieci tipologie di dispositivi "connessi a internet", tra cui i famosi termostati di Nest, le Smart TV, le webcam e addirittura i climatizzatori controllabili dallo smartphone, e sono giunti alla conclusione che in oltre l'80 percento dei casi non veniva richiesta una password sufficientemente complessa nonostante venissero memorizzati una serie di dati personali, il 70 percento non invia e riceve i dati in rete utilizzando una connessione criptata e il 60 percento dei dispositivi testati non dispone di un'interfaccia web sicura.
"L'internet delle cose unirà una serie infinita di oggetti e sistemi, ma presenta anche una serie di sfide nella difesa da attacchi" – ha spiegato Mike Armstead, il Vicepresidente di Fortify – "con l'aumento dei dispositivi connessi è importantissimo focalizzarsi sulla sicurezza fin dal principio per evitare di esporre gli utenti a pericoli".
Un'allarme già dato nei mesi scorsi da Eugene Kaspersky, il co-fondatore e CEO di Kaspesky Lab (la quarta azienda al mondo in ambito sicurezza informatica) che avvisava gli utenti proprio dell'imminente problema relativo alla forte vulnerabilità dei telefoni cellulari e delle Smart TV, a seguito di oltre trecentoquindicimila comunicazioni sospette che la sua azienda si trova ad analizzare ed elaborare giornalmente, per scoprire nuove tipologie di virus che infettano le televisioni intelligenti e tutti i nuovi elettrodomestici controllabili – anche dall'esterno – tramite uno smartphone.
"Tecnicamente è possibile infettare milioni di dispositivi" – spiegava il co-fondatore di Kaspesky Lab – "Accadrà, è solo questione di tempo. Sono milioni gli attacchi che annualmente colpiscono gli smartphone in tutto il mondo, soprattutto quelli Android. Le uniche cose che differenziano un dispositivo moblie da uno smart tv sono le dimensioni e la presenza di un telecomando, quindi è più che lecito aspettarsi un aumento importante degli attacchi rivolti a questa nuova tipologia di dispositivi sempre più connessi alla rete".
Nulla di nuovo. Lo studio ha ribadito un allarme già conosciuto da tempo soprattutto dagli esperti nel settore, mettendo in evidenza che entro il 2020 i dispositivi di questo tipo installati nelle case degli utenti saranno oltre i ventisei miliardi. Lo scorso dicembre inoltre, più di centomila "elettrodomestici intelligenti" sono stati infettati da un virus che li ha resi le vittime perfette per l’invio e la riproduzione di messaggi di spam: è stata la prima volta che si è verificato un attacco di tali dimensioni rivolto esclusivamente ai nuovi dispositivi domotici ed è un chiaro segno che i tempi stanno cambiando anche per gli hacker e gli spammer, che hanno trovato in questa nuova tipologia di dispositivi un terreno molto fertile e poco protetto, grazie a un'architettura hardware molto simile a quella che caratterizza smartphone e tablet, ma animata da un software poco sviluppato e non in grado di resistere ad attacchi informatiti, nonostante siano realizzati con una metodologia molto semplice.
Seppure si tratti di una previsione piuttosto pessimistica, ormai il campanello d'allarme è stato dato e la notizia dell’acquisizione di Nest (un’azienda specializzata in termostati ed altri sensori domestici “intelligenti”) da parte di Google assieme alla velocissima diffusione delle Televisioni Smart con webcam integrata, potrebbe rappresentare solo la punta dell'iceberg di uno scenario molto più complesso, nel quale le più importanti aziende produttrici dovranno al più presto correre ai ripari: basti pensare ai tanti dispositivi dotati di telecamera che, ad esempio, potrebbero essere violati da malintenzionati che, in questo modo, avrebbero la possibilità di guardare tutto ciò che accade in casa e magari rendersi conto quando non è presente nessuno, con ovvie conseguenze.
Insomma, siamo solo agli inizi e ormai l'allarme è stato dato. La mossa ora spetta alle aziende produttrici.