DNS Changer, ecco com’è andato il Lunedì nero della rete
La scorsa settimana molti giornali hanno dipinto scenari apocalittici per il “D-Day” che avrebbe visto migliaia di computer italiani (e non solo) impossibilitati ad accedere ad internet. Il motivo? Un virus che ha infettato numerosi computer in tutto il mondo e che una volta scaricato conduce gli utenti su siti falsi studiati appositamente per carpire password e informazioni personali. Gli autori di questo virus (in circolazione pensate dal 2007) sono stati già da tempo assicurati alla giustizia ma il problema della “rete parallela” purtroppo è rimasto e i federali americano hanno così deciso la creazione di alcuni server che avrebbero dirottato gli utenti infetti verso i siti originali, scongiurando il pericolo di phishing. Da giorni però era stato reso noto che nella giornata di ieri tali servers sarebbero stati scollegati, rendendo i computer che li utilizzavano di fatto isolati dal resto del web, e la notizia ha scatenato un certo allarmismo e allo stesso tempo molto scetticismo. Il virus infatti già da tempo è stato inserito nei database dei principali antivirus, per cui chiunque sarebbe stato al sicuro e non ci sarebbe stato nessun blackout. Chi la pensava così ha forse sottovalutato l'ingenuità di molti utenti che continuano a navigare in rete senza “protezioni”, visto che, secondo le stime sia di Telecom che del DNS Changer Working Group (il team a cui si era rivolto l'FBI per tamponare il problema) sono stati migliaia i computer che ieri non sono riusciti a collegarsi alla rete.
Secondo l'operatore telefonico italiano gli utenti colpiti dal virus sono stati 17.074, come confermato anche in questo tweet.
Secondo le stime del DCWG i computer bloccati nel nostro paese sarebbero addirittura 21.831, come è possibile vedere nella tabella consultabile a questo link.
In questo grafico è addirittura possibile osservare il numero degli utenti colpiti – in decrescita ma comunque considerevole.
Anche se le cifre divergono si tratta comunque di un numero considerevole di utenti colpiti e isolati dalla rete, reso ancora più incredibile dal fatto che un semplice antivirus avrebbe da tempo scovato e risolto il problema, senza alcun tipo di blackout.