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Equo compenso: in aumento i prezzi di smartphone, tablet ed anche Smart TV

Il ministro dei Beni culturali Massimo Bray, potrebbe presentare un testo che aumenterebbe del 500% l’importo attualmente pagato dagli Italiani quando acquistano qualsiasi dispositivo digitale dotato di memoria interna.
A cura di Dario Caliendo
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Da tempo ormai si parla di aggiornare la tassa che tutti gli italiani pagano su tutti i dispositivi dotati di memoria digitale (tablet, smartphone, lettori mp3, PC e così via). Ora è tutto pronto, e l'artefice è il ministro dei Beni culturali Massimo Bray, che ha pensato ad un decreto ministeriale che non solo aumenterebbe di ben cinque volte l'importo della tassa attualmente in vigore, ma che introdurrebbe anche diverse novità, come quella di far rientrare nei dispositivi tassati anche le Smart TV.

AUMENTO DA 200 MILIONI – A conti fatti, l'aumento pensato da Bray potrebbe far entrare nelle casse dello Stato circa duecento milioni di euro, a differenza dei ventisette riscossi nel 2012. "Una cifra spropositata già così com'è – afferma Stefano Parisi, presidente di Confindustria Digitale – Con l'aumento delle tutele al diritto d'autore e con i nuovi sistemi di condivisione la quota dovrebbe, semmai, ridursi". 

Una novità a cui si oppone Confindustria Digitale quindi, che ritiene assolutamente inadeguato un aumento del genere e si pone contro l'attualità della normativa. In effetti, l'Equo Compenso è stato introdotto nel 2009 come indennizzo del diritto d'autore, a fronte delle eventuali copie audio/video private. Un trend in disuso, ormai sostituito dall'utilizzo di contenuti in streaming.

I NUMERI – Secondo il nuovo decreto previsto dal ministro Bray, ad esempio il compenso aggiuntivo su un computer potrebbe passare dai 2,4 euro ai 6 euro, su uno smartphone aumenterebbe da 0,9 euro a 5,2 euro e su un tablet  da 1,9 euro a 5,2 euro: verranno esclusi dalla lista dei dispositivi tassati i CD ed i DVD vergini, ma verranno introdotte le Smart TV. Il problema è che i nuovi televisori dotati di connettività ad internet e memoria interna sono gli unici modelli disponibili sul mercato, il che vuol dire che chiunque acquisterà un elettrodomestico diventato ormai fondamentale, dovrà sborsare una cifra (che si aggirerebbe intorno ai 5 euro) che andrà a finire agli iscritti della SIAE.

Fino ad oggi le entrate di Equo Compenso rappresentano circa il 14% dell'intera raccolta SIAE, quota che potrebbe passare al 30% del totale. Una quota decisamente troppo alta per Confindustria Digitale, che teme sia "commisurata alle esigenze finanziarie della Società degli autori", una supposizione a cui si era già opposto il presidente della Siae, Gino Paoli, che ha parlato di Equo Compenso come un "compenso agli autori e non una tassa".

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