A seguito di una polemica sollevata lo scorso marzo da Federalberghi, che ha attaccato i due più famosi siti di prenotazione online perché impedivano alle strutture alberghiere di abbassare i prezzi, l'Antitrust ha avviato un'istruttoria nei confronti di Expedia e Booking per l'utilizzo di alcune clausole di contratto che potrebbero limitare la concorrenza nei servizi di prenotazione, ostacolando la possibilità per i consumatori di trovare offerte migliori.
"L’utilizzo di queste clausole da parte delle due principali piattaforme presenti sul mercato" – si legge nella nota – "Potrebbe limitare significativamente la concorrenza sia sulle commissioni richieste alle strutture ricettive che sui prezzi dei servizi alberghieri, a danno dei consumatori finali”.
Una decisione importante, presa dall'Autorità guidata da Giovanni Pitruzzella lo scorso 7 maggio 2014, a seguito di una segnalazione del gruppo antitrust del Nucleo speciale tutela mercati della Guardia di Finanza e Aica (Associazione alberghi di Confindustria).
Il problema fondamentale relativo ai contratti stipulati dalle due principali agenzie turistiche digitali in Italia è causato dalla cosiddetta clausola di "parity rate", che vieta agli hotel e gli albergatori di attuare e pubblicizzare prezzi inferiori a quelli esposti nei portali e che di fatto priverebbe "i turisti della possibilità di ottenere condizioni più favorevoli rivolgendosi direttamente all’albergo o ad altri intermediari che sarebbero disposti ad applicare commissioni più basse".
Un intermediario ingombrante, ha dichiarato qualche mese fa Alessandro Nucara (direttore generale di Federalberghi) in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: nella quale si leggeva: “E’ come se tra l’albergatore e il cliente si frapponga sempre il portiere e imponga ad entrambi il prezzo che vuole lui senza che le due parti possano svincolarsi”, proprio per questo chiedeva l’annullamento delle “clausole vessatorie che i portali di prenotazione impongono agli hotel e assoggettando le imprese a un regime di commissioni sempre più gravoso” in un mercato, quello delle Olta (le agenzie turistiche online) che procura con estrema facilità turisti e clienti, ma che è caratterizzato da una scarsa chiarezza contrattuale e da commissioni che non scendono mai sotto il 30 percento.