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Facebook depositerà i documenti per IPO il prossimo mercoledì

Sarà una delle più imponenti offerte di pubblico acquisto della storia statunitense. La valutazione di Facebook oscilla ormai tra i 75 e i 100 miliardi di dollari; Moragn Stanley e Goldman Sachs si sono da tempo candidate a guidare l’offerta, e nulla lascia intendere che non saranno loro a portare Facebook in borsa.
A cura di Anna Coluccino
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Dopo mesi di conferme e smentite, dopo le considerazioni di Mark Zuckerberg riguardo il rischio di una scelta "prematura", dopo lunghissime discussioni riguardo la possibilità di una nuova bolla speculativa per via dell'assenza di revenues che giustificassero la fantasmagorica valutazione di Facebook (che ormai si attesta tra i 75 e 100 miliardi di dollari), ecco che arriva la notizia dell'ormai prossimo lancio della tanto attesa IPO di Facebook.

Secondo il Wall Street Journal, infatti, il prossimo mercoledì il social network più famoso del pianeta depositerà i documenti necessari all'avvio dell'offerta di pubblico acquisto.  Dopo la presentazione della documentazione, la SEC impiegherà dai due ai tre mesi per valutare la situazione e dare (ove possibile) il proprio assenso all'avvio dell'operazione. Questo significa che l'IPO potrebbe essere lanciata intorno ai primi giorni di maggio.

Si tratta di un momento storico per il mondo del Web, un momento che potrebbe modificare profondamente il volto del sito più abitato del mondo. È possibile -infatti- che per ragioni squisitamente strategiche Facebook decida di annunciare il raggiungimento del miliardo di utenti contestualmente alla quotazione in borsa, in modo da spingere ancor di più il titolo verso l'IPO scoppiettante che tutti si immaginano.

Ma il problema su cui -per mesi- gli economisti e gli esperti di Web si sono arrovellati, resta: in che modo Facebook può trasformare il suo miliardo di utenti in introiti capaci di giustificare la sua valutazione ultra miliardaria? Qual è il modello business del social network? Pubblicità a parte, che -come molti hanno dimostrato- su Facebook non riscuotono grande successo né garantiscono introiti straordinari, in che modo il social network dovrebbe riuscire a monetizzare le sue risorse umane? Come fa un miliardo di utenti a trasformarsi in 100 miliardi di dollari? Di tutte le persone che conoscete, quante ce ne sono che abbiano acquistato crediti riguardanti i social games o anche solo sbirciato a fondo una delle inserzioni pubblicitarie pubblicate sul social network?

Tutte queste domande, al momento, sembrano sparite dall'orizzonte, ed è tutto un brulicare di attese, sorrisi e ottime sensazioni.

Secondo le prime indiscrezioni, a parte la Goldman Sachs -principale artefice del brusco innalzamento del valore di Facebook e perciò candidata a un ruolo di primo piano nell'operazione di quotazione- alla guida dell'IPO dovrebbe esserci Morgan Stanley, che sembra molto vicina alla conquista del ruolo di "lead underwriter". A quanto pare, infatti, la Morgan Stanley è quanto mai determinata a rimediare alla brutta figura fatta con Zynga, società sulla quale aveva puntato e che si è rivelata un flop.

Al momento, dal quartier generale di Facebook a Palo Alto non arriva nessuna conferma ufficiale, ma il blocco delle contrattazioni sul mercato secondario indica chiaramente che qualcosa di muove a gran velocità verso l'approdo in borsa, nel mercato primario. Se la valutazione dovesse essere confermata, l'IPO potrebbe arrivare a mettere insieme ben 10 miliardi di dollari, il che polverizzerebbe ogni record relativo ad aziende del mercato tecnologico.

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