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Facebook, flop della consultazione degli utenti sulla nuova privacy

Come ampiamente previsto, il numero dei votanti è stato irrisorio rispetto a quello degli iscritti. Solo lo 0,038% degli utenti si è espresso sulla nuova privacy policy, bocciandola quasi all’unanimità, ma il social network non sarà tenuto a rispettare l’esito.
A cura di Angelo Marra
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La farsa del referendum sulla nuova privacy policy introdotta da Facebook si è conclusa come ampiamente previsto. Già prima della scadenza dei termini di voto avevamo sottolineato la quasi totale mancanza di promozione del referendum sulla piattaforma da parte di Menlo Park, con il sospetto che la società in realtà non fosse così interessata a conoscere l'opinione degli iscritti sul nuovo regolamento sui dati personali. “A pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca” ed ecco che, a referendum concluso, Facebook rende noto il numero dei votanti, guarda caso non sufficiente per vincolare la piattaforma a seguire l'esito del voto. Menlo Park infatti aveva dichiarato che se avesse votato almeno il 30% degli iscritti il risultato sarebbe stato vincolante, altrimenti solo consultivo. Il risultato è stato che a votare sono stati solo 342.600 persone, lo 0,038% degli iscritti, il cui 86% si è espresso in maniera contraria all'introduzione del nuovo regolamento. Dunque, ricapitolando, hanno votato 342mila persone su un totale di oltre 900 milioni di iscritti; disinteresse da parte degli utenti? Può darsi, quel che è certo è che sono tutti concordi nel ritenere che Facebook non si sia adoperata sufficientemente per mettere a conoscenza gli utenti del referendum e della possibilità che veniva data loro di esprimersi riguardo una questione, quella della privacy, che di certo non appassiona gli internauti in maniera particolare ma la cui importanza risulta vitale mentre ci avviamo verso una società in cui la maggior parte dei servizi sono affidati alla rete.

LA RABBIA DEGLI UTENTI – Del resto basta dare uno sguardo ai commenti del post  pubblicato dalla piattaforma dove viene comunicato l'esito del referendum per scoprire come gli utenti siano i primi ad essere furibondi per non essere stati avvisati della votazione. Il social network avrebbe avuto tutti gli strumenti a disposizione per un annuncio su ogni bacheca, per consentire l'accesso alla piattaforma solo dopo essersi espressi sulla nuova privacy policy, per inviare una mail ad ogni iscritto e illuminarlo sulla questione. Nulla di tutto ciò, Facebook ha mantenuto un profilo bassissimo, quasi nullo, e il risultato è stato che la stragrande maggioranza degli iscritti tutt'ora non è al corrente dell'intera operazione. Possibile che a Menlo Park non sapessero che sarebbe andata a finire in questo modo? Fatto sta che il referendum non ha ovviamente raggiunto il famoso 30%, per cui non risulta essere obbligatorio per la piattaforma ma solo consultivo. Anche se a votare sono stati pochissimi utenti, in teoria la votazione è valida e, sempre in teoria, il social network dovrà tenere conto del parere espresso dagli utenti. Secondo voi, come finirà?

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