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Facebook ha sospeso la pagina di satira politica Socialisti Gaudenti

Diversi contenuti pubblicati dalla pagina sono stati identificati come pericolosi e potrebbero portarla alla chiusura. Il problema è che i post contestati non violano le regole: gli algoritmi del sistema potrebbero aver applicato i propri criteri in modo rozzo, considerando semplicemente la presenza di parole chiave sensibili al loro interno.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Aggiornamento delle 15:10

La pagina Facebook di satira politica Socialisti Gaudenti è stata effettivamente sospesa, dopo le prime segnalazioni giunte agli amministratori ammoniti per reiterate violazioni delle regole. Le violazioni contestate restano però incongruenti con la natura dei contenuti segnalati, motivo per cui è possibile che alla base del provvedimento ci sia effettivamente un errore da parte dei sistemi deputati a isolare i post pericolosi.

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In queste settimane Facebook ha iniziato ad applicare con più rigidità le disposizioni che regolano la vita sulla piattaforma soprattutto negli ambiti di odio online, discriminazione e minacce agli utenti. In questo clima di allerta stanno però rischiando di finire vittime pagine e contenuti del tutto legittimi, che non violano alcuna regola ma che fanno semplicemente riferimento a temi e soggetti precedentemente identificati come pericolosi dal social. È il caso ad esempio della pagina Facebook di Socialisti Gaudenti, gruppo dedito alla satira politica che rischia di essere chiuso in queste ore proprio per una serie di equivoci spiegabili solo con un errore da parte degli algoritmi automatici che identificano i contenuti sensibili.

Socialisti Gaudenti: la pagina è a rischio

La notizia arriva direttamente dal profilo in questione, che negli ultimi giorni sta vedendosi segnalati alcuni interventi del passato recente e remoto perché in violazione dei famosi standard della community. Il problema è che le violazioni contestate sono il palese frutto di errori di comprensione: in un intervento di marzo si cita il dittatore Benito Mussolini in relazione a una dichiarazione – controversa ma virgolettata – di Antonio Tajani, che allora aveva fatto scalpore; in un post del 2017 il gruppo augura buon 25 aprile – festa della Liberazione – alle organizzazioni di estrema destra Casapound e Forza Nuova, in un modo volutamente provocatorio la cui sfumatura è però sfuggita agli algoritmi e ai revisori dei social.

Il problema in effetti non sembrano essere presunte segnalazioni da parte di utenti esterni, ma un cambiamento repentino del modo in cui gli algoritmi hanno iniziato a interpretare alcuni contenuti sensibili sulla piattaforma. Recentemente del resto la stessa Casapound ha subito la chiusura dei propri account; il sistema di intercettazione automatica dei contenuti pericolosi potrebbe aver dunque isolato i post di Socialisti Gaudenti in modo piuttosto rozzo, semplicemente perché includevano al loro interno parole chiave divenute sensibili negli ultimi aggiornamenti alle policy effettuate nei giorni scorsi.

Cosa dicono le regole

Stando agli ultimi aggiornamenti di pochi giorni fa, Facebook ha iniziato a bandire i contenuti che puntano a rappresentare fatti o persone in modo non aderente alla realtà, quelli formulati per minacciare, intimidire, escludere o zittire altre persone, gli interventi che mettono a rischio la riservatezza degli altri utenti e infine gli insulti che ledono la dignità altrui o rappresentano vere e proprie molestie. I post segnalati a Socialisti Gaudenti hanno però innescato altri algoritmi, relativi a post "a sostegno di individui od organizzazioni pericolose" che in realtà sono puniti già da diverso tempo. Può essere allora che il social abbia ampliato la propria definizione di individui e organizzazioni pericolose arrivando a includere anche quelli citati nei post incriminati.

Succede anche su YouTube

Il problema che ne è derivato non riguarda soltanto la pagina di Socialisti Gaudenti e soprattutto non è limitato a Facebook. Anche YouTube ha recentemente stretto le maglie dei propri controlli relativi ai contenuti di odio e intolleranza, ma nel voler dare una risposta inflessibile alle richieste del suo pubblico di utenti ha finito col demonetizzare contemporaneamente sia chi questi contenuti li diffondeva, sia chi invece cercava di combatterli citandoli all'interno di video di risposta.

La questione dell'interpretazione corretta del significato dei post da parte di algoritmi deputati a decidere della loro permanenza su un social va insomma affrontata in modo ampio. Nel frattempo violare le regole di Facebook in modo reiterato può portare alla sospensione ma anche alla cancellazione della pagina che pubblica i contenuti contestati: Socialisti Gaudenti ha già ricevuto un avviso relativo a una possibile sospensione e deve ora tentare di appellarsi alle segnalazioni pervenute.

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