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Facebook ha eliminato 20 milioni di post con fake news sul coronavirus

Gli ultimi dati forniti da Facebook raccontano il lavoro svolto dall’azienda per contrastare le fake news, ma rivelano anche che le piattaforme social restano terreno fertile per la diffusione di questo materiale. Nonostante gli sforzi dei moderatori non è infrequente imbattersi in bufale e falsità su Covid e vaccini.
A cura di Lorenzo Longhitano
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I social network sono per loro stessa natura terreno fertile per la diffusione di disinformazione, e la pandemia di coronavirus l'ha dimostrato per la prima volta su scala globale. Covid-19 ha catalizzato per la prima volta l'attenzione di tutto il mondo su un unico tema, dando modo a teorie complottiste e altre inesattezze di diffondersi online con la velocità di una condivisione social. L'ultima misura del fenomeno l'ha fornita Facebook, comunicando che dall'inizio della pandemia fino al mese di giugno ha dovuto rimuovere dalle sue pagine più di 20 milioni di post che contenevano disinformazione sul tema della pandemia.

Gli account bloccati

Il dato è stato diffuso all'interno dell'ultimo aggiornamento sulle attività di moderazione che Facebook opera sia sul suo social principale che su Instagram, ma non è il solo fornito. Stando a quanto riportato dal gruppo di Mark Zuckerberg, il sistema basato su intelligenza artificiale che controlla la diffusione di fake news su Facebook e Instagram ha segnalato più di 190 milioni di post a rischio disinformazione, applicando l'avviso che ormai chiunque frequenti i due siti avrà sicuramente visto più volte. Per quel che riguarda le attività di persone e pagine coinvolte nella diffusione di disinformazione, Facebook ha rivelato di aver eliminato circa 3.000 tra account, pagine e gruppi per aver violato più volte le regole del gruppo contro la diffusione di bufale.

Impatto incerto

Tra gli account bloccati figurano anche quelli della cosiddetta disinformation dozen, un gruppo di 12 individui identificati da ricerche indipendenti ormai mesi fa e colpevoli di aver diffuso – da soli – gran parte delle bufale a tema Covid negli Stati Uniti. Nonostante questo, i numeri forniti da Facebook non danno comunque modo di comprendere gli effetti dell'azione intrapresa da Facebook per contrastare la disinformazione su coronavirus e vaccini che viaggia sulla piattaforma. Ancora oggi infatti non è infrequente imbattersi su Facebook e Instagram in fake news e falsità sui due temi. Innanzitutto non è dimostrato quale sia l'impatto degli avvisi mostrati in calce ai 190 milioni di post segnalati come a rischio; rimuovere fake news e disinformazione inoltre è anche questione di tempismo: farlo dopo che sono state lette o viste da milioni di persone non fa molto.

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