Se le bufale hanno sempre trovato spazio nel nostro mondo – partendo dalle catene di Sant'Antonio fino alle più recenti notizie false – è innegabile che in Facebook e nei social network abbiano trovato un terreno estremamente fertile.
Ogni giorno veniamo invasi da notizie inventate di sana pianta solo per far discutere, divertire o generare traffico. Una tendenza che molti non vedono di buon occhio e che si sta rivelando incredibilmente deleteria per la credibilità online, tanto da smuovere persino lo stesso Facebook.
Da qualche giorno, infatti, se si prova a segnalare un post appare un nuova opzione per motivare l'azione: notizie false. Un'opzione piuttosto vaga, che il social network definisce come "una notizia deliberatamente falsa" o "una truffa smascherata da una fonte affidabile".
Una sorta di fact-checking integrato nella piattaforma, la cui ambiguità solleva qualche dubbio. Innanzitutto chi controlla le notizie e secondo quali criteri? In che modo si può smascherare una bufala con una fonte affidabile se non è ci data la possibilità di inserire link o note? E ancora, chi decide quali sono le fonti affidabili?
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"Quella per rimuovere le notizie false è un'opzione in fase di sperimentazione" ha spiegato a Repubblica un portavoce di Facebook Italia "Segnalare storie che non si desidera vedere aiuta il News Feed a fare un lavoro migliore per mostrare contenuti più rilevanti in futuro".
Un esperimento che punta, come sempre, a mostrare agli utenti solo ciò che vogliono vedere e non ciò che non gli interessa, uno dei tanti modi che il social network di Zuckerberg mette in atto per "incatenare" i propri iscritti alle pagine del sito.
I dubbi sul nuovo sistema non finiscono comunque qua. Sergio Maistrello, autore di "Fact-checking, dal giornalismo alla rete", avrebbe sottoposto a Repubblica nuove problematiche legate a questo strumento. Innanzitutto come si comporterebbe il sistema nel caso in cui un gruppo di attivisti decidesse di segnalare in massa un contenuto vero ma scomodo?
Ancora più importante, come risponderebbe il team incaricato del monitoraggio delle notizie nel caso di segnalazioni legate ad articoli volutamente falsi e satirici? Pensiamo a Lercio, sito di satira, in confronto ai vari finiti giornali pubblicati su piattaforme di blogging, chiaramente promotori di semplici bufale. Per ora si tratta solo di un esperimento rivolto a 700 mila iscritti, ma al momento della pubblicazione Facebook dovrà dare risposte più chiare a queste domande.