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Facebook non ti raccomanderà più nuove pagine di gruppi politici: il sistema provoca tensioni

La decisione è stata presa da Facebook dopo ciò che è avvenuto negli Stati Uniti — dove le tensioni attorno alle elezioni del nuovo Presidente sono maturate anche all’interno dei gruppi privati del social network, per poi sfociare nelle violenze finite sotto gli occhi di tutti il 6 gennaio a Washington.
A cura di Lorenzo Longhitano
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facebook chip processore

La ricetta di Facebook per tentare di abbassare la temperatura dei dibattiti de gli scontri ideologici sul social passa dal limitare timidamente l'accesso ai gruppi di stampo politico: lo ha affermato il numero uno dell'azienda Mark Zuckerberg in queste ore, annunciando che prossimamente Facebook smetterà in tutto il mondo di raccomandare agli utenti nuove pagine di questo tipo. La decisione è stata presa dopo ciò che è avvenuto negli Stati Uniti — dove le tensioni attorno alle elezioni del nuovo Presidente sono maturate anche all'interno dei gruppi privati di Facebook, per poi sfociare nelle violenze finite sotto gli occhi di tutti il 6 gennaio a Washington.

A partire dalle prossime settimane il sistema di algoritmi che Facebook impiega per proporre gruppi simili a quelli che già si frequentano, eviterà accuratamente di raccomandare quelli riconducibili ad organizzazioni politiche. Facebook del resto è al corrente del pericolo che rappresentano questi gruppi all'interno del social: l'accesso è regolato dai relativi moderatori e al loro interno si confrontano migliaia di utenti con passioni e visioni simili del mondo, traendo ciascuno forza dalle opinioni e dai contributi dell'altro. E quando queste visioni comprendono la volontà di rovesciare l'esito di elezioni regolari — o in generale l'uso della forza sul prossimo — i gruppi Facebook possono trasformarsi in veri e propri incubatori di violenza; raccomandarne a decine non può dunque che contribuire ad amplificare ed estremizzare tensioni e divisioni.

Il precedente fallimentare

Stando a Facebook, lo stop alle raccomandazioni di gruppi politici è già attivo negli Stati Uniti da prima delle elezioni del 3 novembre, e sarà ora esteso in tutto il mondo. La realtà però è che fino a oggi le misure adottate dal social negli USA non sono state particolarmente efficaci nello scopo che si prefiggono ora. Secondo diversi osservatori indipendenti, i gruppi privati di Facebook sono stati infatti alcuni tra i luoghi dove i sostenitori più estremisti di Trump hanno potuto organizzare il ritrovo e l'assalto al Campidoglio del 6 gennaio di quest'anno.

Alcune schermate del sito catturate dagli utenti e trapelate online nei giorni successivi mostrano come gli algorigmi di raccomandazione dei gruppi di Facebook fossero pronti — anche dopo le elezioni e a ridosso di un momento cruciale come l'ufficializzazione del risultato — a consigliare decine di gruppi dove si discuteva di tutto fuorché di conciliazione. Questi luoghi virtuali venivano generalmente chiusi in breve tempo da Facebook, ma non prima di riuscire a radunare centinaia o migliaia di membri che potevano poi essere dirottati su altri lidi (come ad esempio la piattaforma Parler) attraverso link nelle descrizioni.

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