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Facebook, ragazza morta suicida tra le inserzioni di un sito di dating

Facebook chiede scusa per l’accaduto e banna la società che comprava gli spazi pubblicitari sul network. Spiacevole incidente e polemiche da parte della famiglia. Colpa della funzione di riconoscimento automatico dei volti degli utenti?
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Il sito di dating ionechat.com ha pubblicato su Facebook un'inserzione a pagamento accompagnata dal titolo "Find love in Canada!". Fin qui nulla di strano se non fosse che la foto associata all'inserzione pubblicitaria era quella di Rehtaeh Parsons, ragazza 17enne morta suicida lo scorso aprile a causa di cyber-bullismo subito sui social.

Immediata la polemica dei genitori della ragazza, disgustati nel vedere l'immagine della defunta figlia associata ad un sito di incontri online. Facebook si è scusato per l'accaduto ed ha provveduto a bannare il sito di incontri, con l'immediata scomparsa dei messaggi pubblicitari incriminati, oltre a chiudere qualsiasi rapporto commerciale con la società che gestisce il portale (almeno così hanno dichiarato). Queste le parole di un portavoce del social:

"This is an extremely unfortunate example of an advertiser scraping an image from the internet and using it in their ad campaign. This is a gross violation of our ad policies and we have removed the ad and permanently deleted the advertiser's account. "We apologise for any harm this caused."

Come è potuto accadere questo spiacevole incidente? La funzione di riconoscimento automatico dei volti su Facebook è la risposta: questa, infatti, permette di adoperare i volti degli utenti, selezionati casualmente, per le inserzioni pubblicitarie che compaiono sul network. Sconveniente come pratica, infatti le polemiche al riguardo dilagano in rete.

Proprio in questi giorni si è parlato della campagna anti-suicidi che Facebook sta lanciando in USA, Canada e Gran Bretagna, educando i propri utenti in merito a come prevenire tragedie simili le cui avvisaglie possono essere identificate in rete. Un'infografica è stata preparata per informare i facebooker sulle procedure da seguire per "sventare" un suicidio annunciato sul network. Uno scivolone come quello compiuto verso Rehtaeh proprio in questo momento non ci voleva. La pronta reazione del network, però, consola, lasciandoci confidare in una "coscienza" oltre che un fiuto per il business tra i manager della compagnia di Mountain View.

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