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Facebook rimuoverà i post che negano l’Olocausto (ma nel 2018 li difendeva)

Le nuove regole in vigore da oggi accomuneranno i post che negano l’esistenza dell’Olocausto a quelli che incitano all’odio, imponendo agli algoritmi del social la rimozione. La decisione è stata presa due anni dopo un intervento da parte di Mark Zuckerberg nel quale il CEO di Facebook prendeva una posizione più morbida.
A cura di Lorenzo Longhitano
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È un dietro front di non poco conto quello annunciato da Mark Zuckerberg sulle pagine di Facebook in queste ore. A partire dai prossimi giorni il social network inizierà infatti a eliminare tutti gli interventi che negano l'esistenza dell'Olocausto, a differenza di quanto fatto e rivendicato fino a oggi.

L'annuncio è contenuto in un post su Facebook sulla pagina del fondatore che però dal 2018 sosteneva una tesi sostanzialmente opposta, ovvero che i post negazionisti andassero mantenuti online per preservare la libertà di parola di tutti gli utenti del gruppo. Oggi le cose per Zuckerberg però sono cambiate, perché diverso sembra essere il clima politico e sociale nel quale queste affermazioni prive di fondamento rischiano di diffondersi.

La tesi che ha guidato le azioni di Facebook dal 2018 era infatti che su Facebook occorresse dare voce a tutti, ma proprio a tutti. Zuckerberg aveva dichiarato che in nome della libertà di espressione notizie false, bufale architettate ad arte e disinformazione di ogni genere non sarebbero mai state rimosse, ma al massimo rese meno visibili. L'Olocausto faceva parte dell'insieme di questi contenuti che Facebook avrebbe voluto declassare ma mantenere online, sulla base del fatto che "Chiunque può scrivere cose sbagliate, ma se iniziassimo a sospendere gli account di chi scrive qualcosa di insensato, diventerebbe difficile assicurare a tutti una vera libertà di espressione".

Per Zuckerberg l'aumento della violenza di stampo antisemita ha però imposto al gruppo un giro di vite nei confronti di contenuti in precedenza difesi, tanto che i post di stampo negazionista saranno ora inclusi tra quelli che già ora ricadono sotto la dicitura di incitamento all'odio, mentre le ricerche su Facebook che hanno per oggetto l'Olocausto saranno indirizzate a risultati provenienti esclusivamente da fonti autorevoli sul tema. Di seguito il post di Zuckerberg, nel quale il fondatore di Facebook parla di un cambio di opinione delineando la nuova posizione del social.

Oggi aggiorniamo le nostre regole sull'incitamento all'odio per includere all'interno di questa categoria gli interventi che negano l'esistenza dell'olocausto. Inoltre, se le persone cerheranno post sull'Olocausto su Facebook verranno indirizzate a contenuti affidabili che diffondono informazioni accurate e verificate. Ho avuto molte difficoltà a confrontarmi con la tensione tra l'intenzione di garantire la libertà di espressione e i danni che può causare minimizzare o negare gli orrori dell'olocausto. Il mio stesso pensiero al riguardo è maturato osservando dati che mostravano un incremento nella violenza di stampo antisemita. Tracciare una linea tra ciò che è lecito è ciò che non è lecito dire e propagandare non è semplice, ma per come stanno le cose nel mondo in questo momento, credo personalmente che questo sia il giusto equilibrio.

Today we're updating our hate speech policy to ban Holocaust denial.We've long taken down posts that praise hate…

Gepostet von Mark Zuckerberg am Montag, 12. Oktober 2020

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