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Facebook toglie la formula “È gratis” dalla pagina di iscrizione: ecco cosa succede

La dicitura che accompagna l’invito a iscriversi alla piattaforma è passata da “è gratis e lo sarà sempre” a “è facile e veloce”. Facebook non ha ancora fornito chiarimenti al riguardo, ma è possibile che il cambiamento sia dovuto a un modo più trasparente di considerare l’utilizzo dei dati forniti dagli utenti.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Possibile che Facebook stia pensando di iniziare a far pagare l'accesso ai propri servizi? In questi giorni l'onnipresente social network ha effettivamente cambiato la dicitura che accompagna la schermata che invita i nuovi utenti a iscriversi: la formula, che prima recitava "Iscriviti – è gratis e lo sarà sempre", ora è diventata "Iscriviti – è veloce e semplice". A farlo notare sono state diverse testate online, ma in realtà il cambiamento è sotto gli occhi di tutti anche in Italia: sia chi ancora non è utente, sia gli utenti che devono autenticarsi alla piattaforma ma che nella stessa paginata trovano anche il modulo di iscrizione pronto per essere compilato.

La frase è stata cambiata all'inizio del mese, ma Facebook non ha ancora fornito una spiegazione sul perché. In realtà all'interno della normativa della piattaforma dedicata agli sviluppatori esterni uno degli ultimi punti recita effettivamente "Non garantiamo che la Piattaforma resterà gratuita per sempre", ma si tratta di una clausola che appare in una sezione del sito dedicata a chi sviluppa app e servizi che si interfacciano col social: in quel frangente Facebook si rivolge probabilmente agli sviluppatori.

L'ipotesi più plausibile è quella formulata dall'avvocato ed esperto in diritto digitale Jose Antonio Castillo Parrilla, secondo il quale Facebook starebbe semplicemente chiarendo qualcosa di già noto agli osservatori fin dall'inizio: anche se gli utenti non hanno mai pagato l'accesso a Facebook con del denaro, l'hanno fatto con i propri dati. Grazie a queste informazioni (foto, informazioni anagrafiche, "mi piace" e molto altro anche fuori da Facebook) provenienti da più di un quarto della popolazione terrestre, la società ha guadagnato miliardi ed è diventata il gigante che è, vendendo pubblicità estremamente mirata a migliaia di inserzionisti.

Del resto — come fa notare Business Insider — una direttiva europea di maggio stabilisce che lo scambio di dati può essere effettivamente riconosciuto come una forma di pagamento; Facebook dal punto di vista dell'acquisizione e della gestione dei dati altrui è ormai sotto costante scrutinio da parte degli enti regolatori di mezzo mondo, e potrebbe aver risposto alla direttiva in questione riconoscendo finalmente che i suoi utenti stanno già pagando l'accesso al sito offrendogli preziosi dati e informazioni in continuazione.

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