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Fake o no? L’intelligenza artificiale ora riconosce le immagini ritoccate in Photoshop

Un algoritmo in fase di sviluppo da Adobe e dai ricercatori dell’università di Berkeley è specializzato nell’analizzare fotografie in cerca di modifiche effettuate dopo lo scatto. Quasi infallibile nel riconoscere una delle tecniche di ritocco più comuni, dovrà essere perfezionato costantemente per rimanere al passo coi tempi.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Negli ultimi mesi stanno continuando a fare notizia nuovi e sempre più efficienti algoritmi di intelligenza artificiale capaci di modificare in modo realistico immagini e video – programmi che possono applicare il volto di una persona sul corpo di un'altra o far muovere in modo realistico le labbra a qualcuno che in realtà non sta parlando. Software del genere assottigliando ancora di più il confine tra realtà e finzione in un mondo che con le fake news ha già abbastanza problemi, ma fortunatamente al loro fianco stanno iniziando a prendere forma anche potenziali antidoti, sempre a base di intelligenza artificiale. Tra le aziende che ci lavorano c'è Adobe, che con i ricercatori dell'università di Berkeley sta mettendo a punto un software in grado di scoprire automaticamente se un'immagine è stata ritoccata.

Per il momento il software sviluppato dagli ingegneri impegnati nel progetto è un prototipo e funziona soltanto su immagini statiche di volti umani, ma fornisce comunque risultati incoraggianti: il modello di intelligenza artificiale sviluppato riconosce istantaneamente una delle più comuni tecniche di modifica delle immagini semplicemente scandagliando la disposizione dei pixel nelle foto da analizzare; trova discrepanze tra i pixel modificati e quelli circostanti e ricostruendole può capire qual è l'effetto applicato all'immagine, arrivando in alcuni casi perfino a riportare l'immagine al suo stato originale.

Per arrivare a creare sistemi in grado di riconoscere al volo altri effetti di modifica e soprattutto fare la stessa cosa su flussi interi di immagini occorrerà tempo, ma c'è da dire che il livello raggiunto dagli algoritmi di modifica dei video non è ancora così avanzato da rendere i fake irriconoscibili a occhio nudo. La speranza a questo punto è che le due classi di software – quelli di modifica e quelli di supervisione – continuino a evolversi in parallelo e alla stessa velocità, ma soprattutto che in futuro i sistemi di controllo possano essere impiegati in maniera estesa e integrati all'interno di social network e altri mezzi di comunicazione, per rendere immediatamente chiaro agli spettatori se ciò che si trovano davanti agli occhi sia finzione.

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