FIFA 19: 4 bambini hanno speso più di 600 euro con la carta di credito dei genitori
Il meccanismo dei loot box – i pacchetti bonus che in alcuni videogiochi si acquistano online con valuta reale senza dare però certezza del premio che nascondono – ha colpito ancora, dando nuovamente esempio di come nelle mani sbagliate possa avere effetti poco edificanti. È successo nel Regno Unito, dove quattro bambini sotto i 10 anni hanno prosciugato in tre settimane il conto in banca dei genitori cercando un particolare oggetto da acquistare all'interno della versione per Nintendo Switch della celebre simulazione calcistica FIFA 19. Insieme, i quattro sono riusciti ad effettuare acquisti ripetuti per un totale di più di 600 euro, che fortunatamente sono poi stati rimborsati da Nintendo.
I quattro erano alla ricerca della rappresentazione digitale di Lionel Messi, che in una particolare modalità di FIFA 19 si può avere nella propria rosa di giocatori tentando la fortuna. Per questo motivo i protagonisti della vicenda hanno chiesto al padre di regalare loro il credito necessario al tentativo utilizzando il proprio conto in banca, per poi però memorizzare la procedura e ripeterla in autonomia più e più volte. I genitori non si sono accorti delle attività dei figli se non quando hanno tentato di effettuare acquisti con la carta di credito collegata al conto in banca, ormai completamente vuoto. Si sono così rivolti a Nintendo, che ha accettato di rimborsarli.
Non è la prima volta che questo modello di business dà adito a polemiche, quando utilizzato all'interno di titoli impossibili da portare a termine senza spendere altri soldi oltre quelli necessari all'acquisto, oppure quando implementato all'interno di giochi che si rivolgono anche ai ragazzi. Sono tutte critiche legittime, anche se in questo caso sembra che i genitori ci abbiano messo del loro: la carta di credito è stata non solo lasciata a portata dei bambini, ma anche priva di PIN e di qualunque alcuna altra misura di sicurezza; le spese aggiuntive a bordo della console inoltre non erano state bloccate preventivamente con l'utilizzo di una password e l'indirizzo email collegato alle attività del conto infine era stato abbandonato dai genitori mesi prima.