
Dopo la risposta breve e quella in video, il co-fondatore di FlatMe, una start-up nata con l'intento di mettere in contatto potenziali coinquilini attraverso un portale web e poi finita al centro di polemiche a causa di un pulsante "no gay", è tornato a parlare delle critiche scrivendo una lunga lettera aperta alla senatrice Monica Cirinnà, che su Twitter aveva definito la presenza del tasto una "giustificazione alla discriminazione" e una "vergogna". Daniele Tigli, co-fondatore dell'azienda, ha pubblicato una lettera aperta indirizzata alla Cirinnà nella quale spiega le motivazioni dietro alla presenza del pulsante e chiede di riconsiderare la sua posizione.
"Nessuno nel nostro staff ha mai condiviso alcuna posizione omofoba e io stesso sono omosessuale" ha esordito Tigli. "Può quindi immaginare il senso di amarezza e frustrazione nel constatare che una delle funzionalità del nostro sito sia stata interpretata come discriminatoria". L'opzione “no gay”, spiega il creatore, non nasce come dimostrazione di ostilità all'omosessualità né un incoraggiamento all'omofobia, ma serve a mettere in allerta studenti o lavoratori omosessuali su una possibile sistemazione non accogliente nei loro confronti. "La nostra totale buona fede, è stata fraintesa forse per una non sufficente chiarezza da parte nostra" continua Tigli.

"Noi di flatme.it conosciamo le dinamiche dei social e siamo consapevoli che nessuna risposta coerente otterrà mai la stessa visibilità di un tweet come il suo, che in buona fede esponeva una comprensibile indignazione" ha spiegato. "Ne è conseguito che alcuni potenziali partner hanno deciso di rinunciare a future collaborazioni, ostacolando lo sviluppo della nostra società e dei servizi che offriamo". Tigli conclude chiedendo alla Cirinnà di riconsiderare la sua posizione verso "una startup di talenti italiani che lavorano con passione per offrire un servizio a una categoria, quelli degli studenti o giovani lavoratori fuori sede, che quotidianamente affronta tanti ostacoli e rinunce". E lancia un appello: "Senatrice, ci aiuta anche Lei ad abbatterle, queste differenze?".
Nel corso delle ultime ore FlatMe si è ritrovata al centro di una forte polemica a causa di un pulsante "no gay-friendly" che molti hanno interpretato come un'impostazione discriminatoria e omofobia e che in breve tempo ha portato la start-up ad essere letteralmente sommersa di critiche sui social network. La risposta del co-fondatore di FlatMe, una start-up nata proprio con l'intento di mettere in contatto potenziali coinquilini attraverso un portale nel quale trovare altre persone a seconda di interessi e caratteristiche comuni, è arrivata dapprima attraverso un tweet e poco dopo tramite un video. Di seguito il testo completo della lettera aperta:
Onorevole Senatrice Cirinnà,
sono Daniele Tigli di flatme.it, la startup coinvolta in queste ore in una bufera sui social per presunta omofobia. Nessuno nel nostro staff ha mai condiviso alcuna posizione omofoba, e io stesso sono omosessuale. Può quindi immaginare il senso di amarezza e frustrazione nel constatare che una delle funzionalità del nostro sito sia stata interpretata come discriminatoria.Il nostro servizio si occupa di trovare il migliore coinquilino possible e questa compatibilità la si raggiunge con l'incrocio di alcuni dati personali selezionabili con appositi pulsanti attivabili dall’utente. Il nostro servizio quindi effettua una "mappatura" di stili di vita, abitudini alimentari, etc. per scongiurare possibili incompatibilità. Lo scopo dell'inserimento dell'opzione “Gay Friendly” tra le possibili cause di "fastidio", non vuole essere in nessun modo una dimostrazione di ostilità all'omosessualità da parte del nostro staff, né un incoraggiamento all'omofobia per i nostri utenti, ma al contrario, serve a mettere in allerta studenti o lavoratori fuori sede omosessuali su una possibile sistemazione non accogliente nei loro confronti! La nostra totale buona fede, è stata fraintesa forse per una non sufficente chiarezza da parte nostra, e con l'occasione di questa lettera ce ne scusiamo pubblicamente. Abbiamo intanto rimosso la parte in questione e – contestualmente – gli annunci percepiti come omofobici, per fortuna solo il 3% delle centinaia di annunci presenti: la trovo una notizia confortante!
Il modus operandi di una startup prevede una grande quantità di decisioni da prendere in tempi rapidi, con più attori in campo e senza supporti esterni ed economici e senza precedenti a cui ispirarsi. Per questo il nostro è un modello di business continuamente soggetto ad errori, correzioni di tiro, aggiustamenti in itinere. Le critiche – seppure dovute ad un malinteso – ci hanno dato una grande lezione e l’intero team ne è uscito rafforzato. Le startup, come Lei saprà, rappresentano una grande opportunità per lo sviluppo professionale di tanti govani talenti, e la capacità di sentirsi parte di una squadra simile al concetto di cittadinanza, un valore per noi fondamentale, vista la scelta di tutti noi di restare in Italia per portare avanti il nostro progetto, nonostante le offerte ricevute all'estero.
Noi di flatme.it conosciamo le dinamiche dei social e siamo consapevoli che nessuna risposta coerente otterrà mai la stessa visibilità di un tweet come il suo, che in buona fede esponeva una comprensibile indignazione. Ne è conseguito che alcuni potenziali partner hanno in queste ore deciso di rinunciare a future collaborazioni, ostacolando lo sviluppo della nostra società e dei servizi che offriamo. Come omosessuale, avrei preferito vedere la stessa veemenza che in queste ore ha travolto la nostra impresa, diretta verso questioni più importanti, che ci vedono mortificati da troppi anni. Se questa indignazione fosse quotidiana… chissà.
Tra i tanti insulti ricevuti, però abbiamo constatato con piacere che alcuni utenti – una volta chiarite le nostre reali intenzioni – in molto casi si sono corretti, inviandoci attestati di stima e di incoraggiamento. A tal proposito Le propongo un brevissimo video da me pubblicato che ha dato inizio ad un dialogo costruttivo con alcuni utenti della rete. Lo stesso Francesco – attivista dei diritti civili, ed omosessuale, come me – autore del primo "famigerato" tweet, una volta compresa la situazione, ha risposto con un video e con numerosi tweet e post di incoraggiamento e supporto.
Come giovane imprenditore e a nome di tutto il team di flatme.it mi rivolgo a Lei chiedendoLe di riconsiderare la Sua posizione verso una startup di talenti italiani che lavorano con passione per offrire un servizio a una categoria, quelli degli studenti o giovani lavoratori fuori sede, che quotidianamente affronta tanti ostacoli e rinunce. Sbagliando si impara, dice l'adagio. E anche per questo, abbiamo appeso in ufficio un tweet, scrittoci dall'utente @AndrewRm, che ha centrato il tema, e ci ha offerto un grande stimolo a migliorare: “Un consiglio per @flatmeit. Da ora anziché barrare le preferenze fateci abbattere le differenze.”
Senatrice, ci aiuta anche Lei ad abbatterle, queste differenze?
Con grande stima,
Daniele Tigli, flatme.it