L'obiettivo è quello di sensibilizzare i cittadini, permettere loro di incontrarsi e, perché no, anche di mangiare assieme. Non servono grosse quantità di cibo, basta anche della frutta o dell'insalata e dopo aver inserito il proprio indirizzo e la data di scadenza, la pietanza viene inserita nella piattaforma, a disposizione degli altri utenti che – in caso di bisogno – potrebbero presentarsi a casa per ritirare il cibo in eccesso.
Cibo in eccesso che, secondo una stima tedesca, conta ben undici milioni di alimenti buttati ogni giorno, ai quali vanno sommati quelli relativi alla grande distribuzione, che in genere vengono scartati perché non conformi a standard di dimensioni e qualità visiva. Una realtà presente anche nel Bel Paese, nel quale vengono gettati via oltre 12,3 miliardi di euro in cibo. Statistiche inaccettabili, in un Pianeta in cui un miliardo di persone ogni giorno soffre la fame.
E' questa la motivazione fondamentale che ha spinto un gruppo di sviluppatori di Colonia a realizzare una piattaforma sociale per condividere il proprio cibo in eccesso che, dal 2012 (questo l'anno di fondazione) al 2014 è riuscita nascere e crescere grazie a una campagna di crowdfunding, con la quale ha catturato l'attenzione di oltre duemilacinquecento cittadini tedeschi, nelle città di Berlino, Amburgo, Ludwigsburg (Wurttemberg), Osnabruck, Monaco, Steinfurt e Chemnitz sul Sachsen.
“Il progetto punta a coinvolgere anche la grande distribuzione, i rivenditori e i produttori di generi alimentari che possono contribuire a ridurre gli sprechi, aiutare chi ha bisogno e minimizzare l’impatto degli avanzi sulla massa dei rifiuti” – hanno spiegato Valentin Thurn e Stefan Kreutzberger, gli ideatori del progetto – “Non vogliamo solo salvare il destino di una lattuga, ma anche cambiare la mente delle persone, affinché il cibo torni ad avere l’importanza e il rispetto che aveva un tempo”.
Seguendo l'esempio dei tedeschi, anche un gruppo di quattro italiani ha dato vita ad ifoodshare.org, una piattaforma molto simile a quella presente in Germania, tramite la quale gli utenti italiani hanno la possibilità di donare il cibo a bisognosi, parrocchie, associazioni benefiche.
"Abbiamo una colomba confezionata mai aperta, scade il 31 luglio e a casa non piace a nessuno, siamo felici di darla via :) " – scrive la Sig.ra Lucia da Roma, descrivendo involontariamente l'idea e le fondamenta sulle quali si basano queste nuove piattaforme. Ma la strada da fare è ancora tanta e il successo della realtà italiana è tutt'oggi ben distante da quello ottenuto nelle otto città tedesche. Insomma, si sà, spesso gli italiani sono lenti ad apprendere queste novità, ma la buona volontà di certo non manca.