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Garante Privacy, dall’entrata in vigore del GDPR aumentano le segnalazioni di attacchi informatici

Nella relazione annuale davanti al Parlamento, l’Autorità Garante per la Privacy ha informato che, nel solo mese di maggio di quest’anno, gli attacchi informatici hanno toccato la soglia di 140 al giorno. Dal 25 maggio, giorno dell’entrata in vigore del GPDR, sono aumentate di oltre il 500% le comunicazioni di data breach al Garante.
A cura di Francesco Russo
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Nella relazione annuale davanti al Parlamento, l'Autorità Garante per la Privacy ha informato che, nel solo mese di maggio di quest'anno, gli attacchi informatici hanno superato i 140 al giorno. Dal 25 maggio, giorno dell'entrata in vigore del GPDR, sono aumentate di oltre il 500 percento le comunicazioni di intrusioni informatiche al Garante, che hanno interessato, assieme a quelli notificati a partire da marzo, oltre 330.000 persone. Si tratta quindi di un chiaro effetto dell'entrata in vigore della nuova direttiva europea sulla privacy, in quanto obbliga a comunicare, in maniera tempestiva, gli attacchi informatici.

A distanza di poco più di un mese dalla sua entrata in vigore, il GDPR ha segnato un primo effetto, ossia quello di far aumentare, secondo quanto riferito da Antonello Soro nella relazione annuale al Parlamento dell'Autorità Garante per la Privacy, le segnalazioni di attacchi informatici. Sono infatti cresciuti, in poche settimane, di oltre il 500 percento interessando più di 330.000 persone.

Nella sua relazione, Soro pone l'accento sulle piattaforme web, affermando che "per molto tempo i governi, in ogni angolo del pianeta, hanno sottostimato gli effetti e i rischi di un regime privo di regolamentazione, nel quale i grandi gestori delle piattaforme del web hanno scritto le regole, promuovendo un processo inarrestabile di acquisizioni e concentrazioni, dando vita all'attuale sistema di oligopoli. Questi hanno acquisito il potere di orientare i comportamenti di diversi miliardi di persone".

Fra le azioni dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali, "di particolare rilievo è risultata anche l'attività volta ad accordare tutela ai minori vittime di cyberbullismo. Se nella maggior parte dei casi è stato rimosso il contenuto lesivo a seguito dell'intervento del Garante o per spontanea adesione dei gestori, le maggiori criticità si sono riscontrate rispetto a siti extraeuropei", ha dichiarato ancora Soro.

A proposito degli algoritmi, Soro apre una riflessione affermando che "non sono neutri sillogismi di calcolo, ma opinioni umane strutturate in forma matematica che, come tali, riflettono, in misura più o meno rilevante, le precomprensioni di chi li progetta, rischiando di volgere la discriminazione algoritmica in discriminazione sociale. Rispetto a questi rischi, risultano importanti le garanzie sancite dal nuovo quadro giuridico in ordine ai processi decisionali automatizzati, assicurandone la contestabilità e la trasparenza della logica, ed esigendo, almeno in ultima istanza, il filtro dell'uomo, per contrastare la delega incondizionata al cieco determinismo della tecnologia".

Il garante ha poi sottolineato di aver "sollecitato una forte iniziativa, da parte delle diverse istituzioni coinvolte nei processi decisionali relativi all'innovazione tecnologica del Paese, per una verifica puntuale dello stato di sicurezza delle banche dati pubbliche e dei processi in corso di attuazione dell'Agenda digitale". "Le regole di protezione dati e inscritte negli algoritmi assieme ai principi di precauzione, tutela della dignità umana, ‘by design', possono ispirare ‘l'intelligenza' nella direzione di un nuovo umanesimo digitale", aggiunge Soro.

Per quanto riguarda le fake news, Soro osserva che nella società digitale "il ruolo del giornalista si carica ulteriormente di responsabilità nel fornire un'informazione corretta e rispettosa dei diritti altrui: un faro da seguire per orientarsi tra le post-verità".

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