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Gli AC/DC all’attacco dell’Iran

I laboratori nucleari di Natanz sono stati colpiti di nuovo da un misterioso virus dopo il precedente attacco di Stuxnet. Questa volta la “colonna sonora” dell’attacco sarebbe stata “Thunderstruck”, firmata dal celebre gruppo anglo-australiano.
A cura di Angelo Marra
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Tra i tanti aspetti della "guerra fredda" in atto tra Stati Uniti e Iran quello forse meno conosciuto è la serie di attacchi informatici subiti dal paese di Ahmadinejad  contro i suoi siti nucleari, un escamotage studiato dalla Casa Bianca per limitare o arrestare del tutto la produzione atomica senza una guerra dalle conseguenze imprevedibili e nefaste. Qualche settimana fa ci siamo già occupati del coinvolgimento, mai riconosciuto ma ormai palese, dell'amministrazione americana nella diffusione del virus Stuxnet, originariamente concepito proprio per danneggiare i laboratori di Natanz e poi accidentalmente approdato sulla rete mondiale, infettando migliaia di computer nei quattro angoli del globo ma nel frattempo la guerra informatica ha continuato il suo corso.

L'implacabile Paolo Attivissimo ha scoperto una mail, pubblicata da F-Secure ma proveniente dall'Organizzazione per l'Energia Atomica Iraniana, in cui uno degli scienziati coinvolti nei progetti nucleari comunica che il sito di Natanz è stato vittima di recentemente di un altro attacco da parte di un worm che ha bloccato il funzionamento degli impianti. Fin qui nulla di nuovo (la guerra degli Usa contro l'Iran a colpi di bit va avanti da anni) ma lo scienziato arabo aggiunge una nota di colore sicuramente particolare. Nella mail infatti lo studioso afferma che, durante l'attacco, una canzone ha cominciato a risuonare in numerose postazioni, in maniera casuale e al massimo del volume; si tratta di "Thunderstruck" uno dei brani più famosi della storica band degli AC/DC.

Il gruppo pilastro della storia dell'hard rock firma così inconsapevolmente la colonna sonora di un attacco informatico, non un banale (si fa per dire) "defacing" o attacco DDoS bensì un sofisticatissimo worm in grado di nascondersi per settimane per poi arrivare a produrre addirittura danni fisici agli impianti iraniani. Non è la prima volta che si verifica un connubio tra virus e brani celebri della storia del rock; anni fa migliaia di computer furono infettati dal virus "Invisible Man", come l'omonima canzone di un altro celebre gruppo, i Queen, che risuonava ogni qual volta si provava ad effettuare qualche operazione sul pc infetto. Erano però altri tempi e il brano era ad 8 bit, ora invece i virus moderni si sono evoluti. E preferiscono l'hard rock.

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