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Gli Stati Uniti contro la digital tax: dazi del 100% in Francia, nel mirino anche l’Italia

L’amministrazione Trump vuole reagire alla tassazione approvata dalla Francia sulle multinazionali del web, percepita come un atto di protezionismo da parte di un partner commerciale. L’ipotesi è quella di dazi per 2,4 miliardi di dollari, e tra i Paesi invitati a non procedere sulla strada francese c’è anche l’Italia.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Il destino di nuove tasse rivolte esclusivamente alle grandi aziende che operano nel mondo digitale sarà probabilmente legato a doppio filo a quello di salati dazi doganali imposti dagli Stati Uniti ai prodotti nostrani. È questo il messaggio forte e chiaro che gli Stati Uniti hanno appena inviato ai Paesi — tra i quali è compresa l'Italia — che hanno stanno adottando imposte rivolte alle multinazionali del web.

La minaccia USA: dazi del 100% sui beni

L'avvertimento è arrivato direttamente dalla Casa Bianca alla vigilia dell summit della Nato in programma in queste ore a Londra, e nel mirino mette un Paese in particolare: la Francia di Emmanuel Macron, che l'amministrazione Trump ha minacciato di colpire con dazi fino al 100% sull'importazione di prodotti tipici come vino e formaggi, per un valore di 2,4 miliardi di dollari.

Il caso francese

La Francia è il primo membro dell'Unione Europea che — in assenza di un accordo in sede comunitaria — si è munito di una digital tax indipendente. Lo scopo: tentare di restituire ai propri cittadini una porzione dei guadagni ottenuti dalle multinazionali del digitale sul territorio, che però questi soggetti fanno di tutto per non far tassare nel Paese di riferimento.

La tesi degli Stati Uniti

La legge in questione prevede di tassare per il 3% del loro fatturato tutte le aziende che fatturano più di 750 milioni di euro a livello globale, dei quali almeno 25 guadagnati in Francia. La tesi dell'amministrazione Trump è però che una simile normativa sia discriminatoria nei confronti delle aziende statunitensi — che hanno in gruppi come Google, Amazon, Apple e Facebook alcune delle realtà più influenti del settore hi tech a livello globale. Il ragionamento giustificherebbe insomma l'applicazione di dazi di carattere ritorsivo su prodotti tipici dei partner commerciali statunitensi.

Nel mirino anche l'Italia

Quella di applicare i dazi minacciati non è una decisione già presa, ma un'indicazione fornita dal Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti d'America come risultato di un'indagine condotta sul caso della digital tax francese — una sorta di ultimatum nei confronti della Francia e di minaccia rivolta ai Paesi che hanno intenzione di percorrerne le orme. Nella comunicazione diffusa in queste ore viene infatti suggerito che l'ufficio del Rappresentante potrebbe aprire simili indagini sulle normative in fase di discussione o in attesa di entrare in vigore come quella Italiana, arrivando a conclusioni simili a quelle del caso francese.

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