Veloce, sicura, gratuita e soprattutto con uno spazio "infinito". Erano queste le caratteristiche più importanti di Gmail che venivano elogiate nel giorno del suo lancio ufficiale. A dieci anni esatti dal suo esordio, la posta elettronica di Google offre uno spazio di archiviazione quindici volte maggiore ed è diventato uno dei servizi più diffusi ed utilizzati al mondo.
Il primo aprile del 2004 è senza ombra di dubbio una delle date più importanti dell'era moderna del web. In realtà, le voci di corridoio che annunciarono l'arrivo di un servizio gratuito di posta elettronica targato Google erano trapelate esattamente un giorno prima, ma in molti – a seguito dei diversi scherzi organizzati dall'azienda – pensarono subito che si trattasse di un pesce d'aprile. Non era così.
Gmail era una realtà, ed era rivoluzionaria. Lo spazio disponibile per la memorizzazione delle email era di 1 Gygabyte, ben 500 volte maggiore rispetto a quello che offriva all'epoca Hotmail: grazie alla sua velocissima interfaccia web, alla ricerca istantanea e altre funzioni avanzate, la posta elettronica di Big G potrebbe essere ricordata come la prima vera e propria applicazione Cloud-based della storia, in grado di eliminare totalmente la necessità di utilizzare un client dedicato per computer desktop.
Come è nato Gmail
"E' stato un grande momento per il web" – racconta Georges Harik, il responsabile della maggior parte dei prodotti di Google negli anni in cui fu lanciato Gmail – "Abbiamo lavorato su un progetto accantonato per anni, l'abbiamo sistemato e siamo riusciti a lanciarlo al pubblico".
Anche se per molti Gmail è l'esempio perfetto della politica con la quale Google permette ai propri dipendenti di dedicare delle ore lavorative anche a progetti personali, in realtà il progetto nacque da una richiesta ufficiale di Google a Paul Buchheit, allora il ventitreesimo dipendente dell'azienda, che ha sviluppato e fatto nascere la piattaforma di posta elettronica che ha cambiato il web.
Buchheit iniziò la sua attività nell'agosto del 2001, ma non partì da zero: in realtà lo sviluppatore dovette riesumare una serie di progetti accantonati, ai quali diversi ingegneri di Google lavorarono nel 1999.
"Avevo iniziato i lavori su un client di posta elettronica nel 1996" – spiega Buchheit – "Ai tempi ebbi l'idea di realizzare una piattaforma totalmente web-based, ci lavorai un paio di settimane, ma poi mi stufai. Un aneddoto che mi ha insegnato una lezione importantissima: la prima cosa da fare quando si ha un'idea è quella di sviluppare un prodotto che inizialmente funzioni bene, e poi lavorare nel migliorarlo".
L'idea alla base di Gmail, il cui nome in codice era Caribou, era quella di sviluppare una sorta di motore di ricerca per le email. Un progetto ambizioso, al quale Buchheit potè lavorare solo per un giorno: conosciamo tutti quali furono i risultati.
La ricerca veloce delle email era l'arma segreta di Gmail, nessun servizio di posta elettronica aveva mai introdotto una funzionalità del genere prima d'ora. Ma l'indicizzazione richiedeva una capacità di storage importante per quei tempi e Buchheit voleva dare la possibilità agli utenti di non dover essere schiavi dello spazio disponibile sui server e risolvere la necessità di eliminazione delle email. Fu così che l'azienda pensò ad un'altra caratteristica chiave della piattaforma: ogni utente avrebbe avuto a disposizione 1 Gigabyte di spazio dedicato.
"Un affare improbabile" e problemi di privacy
Contrariamente a quanto si è rivelato nel tempo, il progetto Gmail inizialmente fu criticato tantissimo. Frutto di tre anni di sviluppo e test, la piattaforma dell'azienda di Mountain View ha dovuto fare i conti con tantissimi Googler che non riuscivano ancora ad immaginare internet come è oggi, e che consideravano troppo rischioso il concetto di client email totalmente basato sul web.
L'algoritmo di ricerca dei messaggi integrato nella piattaforma, alimentò polemiche e scetticismi anche in tema privacy: Gmail fu la prima piattaforma ad introdurre l'indicizzazione dei messaggi inviati e ricevuti, per rendere possibile la ricerca istantanea dei contenuti basata oltre che sul mittente e sull'oggetto, anche su una serie di parole chiave contenute nel testo del messaggio.
Per catalogare e permettere di ricercare velocemente le keyword però, il sistema di Big G doveva (e deve tuttora) analizzare totalmente i messaggi inviati e ricevuti tramite la piattaforma. Google ha sempre assicurato che nessuno è in grado di leggere il testo contenuto nelle email, se non in legittimo proprietario, ma a molti il nuovo algoritmo di indicizzazione non piacque assolutamente.
Inoltre, la scelta di offrire uno spazio cinquecento volte superiore alla media di quei tempi parve a molti una pessima idea, sia per quanto riguardava il prodotto, sia per quanto riguardava la strategia di marketing.
Fortunatamente però, tra gli scettici non erano inclusi Larry Page e Sergey Brinn, che sono sempre stati a favore del progetto capitanato da Buchheit, e che hanno dato l'ok definitivo al lancio internazionale: "una ragazza si lamentava perché passava gran parte del suo tempo a riordinare i messaggi e a cercare di ripescarli nella casella di posta" – spiega Page – "E quando non faceva questo si dedicava a cancellare le mail come una pazza, per non sforare il limite dei 4 Megabyte di spazio. Così ci ha chiesto: perché non risolvete tutto questo?"
Dagli inviti al pubblico
Il rivoluzionario servizio di posta elettronica, caratterizzato da uno spazio praticamente illimitato (per quell'epoca), dalla ricerca rapida dei messaggi e dal filtro anti-spam, nei primi tre anni di servizio fu riservato a poche persone, che potevano accederevi esclusivamente tramite invito. Una limitazione che venne eliminata nel 2007, quando il servizio fu aperto a tutti e furono introdotte le prime pubblicità "personalizzate".
E' sempre stata questa la fonte di guadagno di Google tramite Gmail e il cuore pulsante della piattaforma pubblicitaria dell'azienda è, ancora una volta, quell'algoritmo di indicizzazione dei messaggi che, analizzandoli, è in grado di eseguire una sorta di rassegna dei messaggi ricevuti, in modo da analizzare i gusti degli utenti e proporre delle pubblicità su misura per ognuno di loro.