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App gratuite: Google accontenta la commissione europea

Il colosso di Mountain View risponde positivamente alle richieste della Commissione Europea: entro settembre 2014 le applicazioni contenenti acquisti in-app non saranno più pubblicate come “gratuite”.
A cura di Dario Caliendo
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Google risponde alle richieste dell'Unione Europea e rende più sicure le applicazioni installabili tramite il suo Play Store, dimezzando la possibilità di imbattersi in acquisti in-app involontari, non indicando come gratuite le applicazioni e i giochi nelli quali sono integrate queste tipologie di acquisto.

Nonostante ai più possa sembrare un piccolo dettaglio, in realtà si tratta di una novità importante, che andrà a risolvere una situazione piuttosto grave e che salvaguarda i tantissimi utenti che installano giochi e applicazioni pubblicate negli store digitali, convinti di aver scaricato contenuti totalmente gratuiti per poi scoprire che per utilizzare i componenti nel gioco, i livelli o addirittura la valuta interna alla piattaforma, è necessario sborsare (anche più volte) soldi veri.

Secondo la Commissione Europea si tratta di applicazioni ingannevolmente pubblicate come gratuite, che potrebbero spingere i più piccoli ad acquistarne i contenuti aggiuntivi senza rendersi conto della spesa, oppure a persuadere i genitori a farlo. Per questo inoltre, gli sviluppatori dovranno fornire agli utenti un indirizzo email a cui rivolgersi nel caso in cui dovessero verificarsi problemi.

Google si è impegnata a modificare sostanzialmente il suo Play Store entro settembre 2014, mettendo a disposizione degli sviluppatori nuove linee guida su come comunicare con i bambini, eliminando le applicazioni con acquisti in-app dalla categoria "gratuite", e cambiando le impostazioni predefinite in Android, con le quali – a meno che l'utente non le modifichi – verrà richiesta la password per ogni acquisto relativo a contenuti in-app.

"Apple non ha proposto alcuna soluzione immediata e concreta" – si legge nella nota pubblicata dalla Commissione Europea – "Apple ha espresso il proponimento di affrontare tali problematiche. Tuttavia, per la realizzazione di questi eventuali cambiamenti futuri non sono stati forniti né un fermo impegno, né un calendario specifico", anche se dalle ultime beta di iOS 8 iniziano ad arrivare indizi ben chiari sulle novità che introdurrà il colosso di Cupertino nel suo nuovo sistema operativo per dispositivi mobili in arrivo questo autunno, nel quale saranno introdotte novità importanti anche in questo ambito. Ad oggi, in iOS 7, per bloccare gli acquisti in app è necessario andare in Impostazioni -> Generali -> Restrizioni e nel caso in cui li si lasci attivi, la password verrebbe richiesta esclusivamente al primo acquisto.

"È la prima azione di enforcement di questo tipo che vede la Commissione europea e le autorità nazionali riunire i loro sforzi. Sono lieto di constatare che si stanno producendo risultati tangibili. Questo è un aspetto importante per i consumatori, e in particolare per i bambini che devono essere meglio protetti quando giocano on-line. Questa azione ha costituito inoltre una preziosa esperienza per la riflessione in corso su come organizzare meglio l'attuazione dei diritti dei consumatori nell'Unione. Essa ha dimostrato che la cooperazione si ripaga e contribuisce a migliorare la protezione dei consumatori in tutti gli Stati membri", ha dichiarato Neven Mimica, Commissario dell'UE responsabile per la Politica dei consumatori.

Il Vicepresidente Neelie Kroes, responsabile per l'Agenda digitale, ha aggiunto: "La Commissione è estremamente aperta all'innovazione nel settore delle app. Gli acquisti all'interno di applicazioni sono un modello commerciale legittimo, ma è essenziale che i realizzatori di app comprendano e rispettino la normativa dell'UE allorché sviluppano questi nuovi modelli commerciali".

Quella degli acquisti in-app è una strategia diffusa da tempo sia in app e giochi per iOS che per Android, che gonfia sensibilmente il fatturato delle grandi software house e dei piccoli sviluppatori indipendenti, forti della scusa di pubblicare applicazioni apparentemente gratuite ma che in realtà non sono affatto tali, che riescono a intrufolarsi nei dispositivi degli utenti. Grandi e piccini.

Insomma, di tanto in tanto, anche i consumatori vincono.

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