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Google annuncia il progetto Loon per la diffusione di internet attraverso i palloni aerostatici [VIDEO]

L’ azienda di Mountain View annuncia attraverso il suo team Google X il nuovo progetto Loon per la diffusione di internet attraverso l’ utilizzo dei palloni aerostatici.
A cura di Daniele Cretella
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Diffondere internet attraverso i palloni aerostatici diventa realtà. Erano già diverse settimane che dalla rete avevano cominciato ad emergere alcune indiscrezioni relative ad un nuovo progetto di Google volto ad una maggiore diffusione delle reti internet all' interno dei Paesi in via di sviluppo attraverso l' utilizzo di tecnologie innovative. Se, infatti, nella maggior parte dei Paesi occidentali le infrastrutture presenti sul territorio permettono una diffusione omogenea (seppur con evidenti distinzioni) dei servizi internet, nella maggior parte dei territori africani ad asiatici la situazione appare drasticamente differente, con vaste porzioni di territorio ancora completamente isolate.

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La soluzione ufficialmente annunciata dall' azienda di Mountain View attraverso il suo team di sviluppo Goolge X prende il nome di Loon (dall' inglese "balloon"). Si tratta di una serie palloni aerostatici dotati di particolari ripetitori capaci di diffondere frequenze dedicate alle connessioni internet per un raggio di decine di chilometri. Secondo quanto riportato all' interno di un filmato illustrativo, i palloni dovrebbero fluttuare ad una distanza di sicurezza di crica 20.000 m dal suolo per non rendere la loro presenza pericolosa per il traffico aereo e per il loro posizionamento sfrutterebbero direttamente l' intensità delle correnti.

A tal proposito, grazie ad una serie di ricerche condotte con la collaborazione del National Oceanic and Atmospheric Administration, il team di Google X avrebbe trovato un metodo per indirizzare i palloni verso le correnti più favorevoli, così da poter controllare la loro posizione ed ottimizzare il segnale emesso. Attualmente sono circa 30 i palloni utilizzati in via sperimentale sul territorio della Nuova Zelanda, mentre sono 50 i computer e dispositivi portatili utilizzati per testare la qualità del segnale emanato dai Loon.

In passato, l' ex CEO di Google Eric Shmidt aveva apertamente parlato dell' intenzione da parte dell' azienda di recuperare quei due terzi della popolazione mondiale che, per ragioni territoriali e politiche, restavano ancora isolate dai servizi legati alla rete. Il progetto Loon si trova in una fase ancora lontana dalla diffusione a livello internazionale, ma è del tutto evidente quanto dalla sua diffusione dipenda il destino di una ancora vastissima fetta di utenza a livello internazionale.

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