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Google Contributor, spediti i primi inviti per provare il servizio

Nuove indiscrezioni su Google Contributor, l’innovativo servizio realizzato dagli sviluppatori del colosso di Mountain View che consente agli utenti di pagare un piccolo contributo mensile per eliminare parte dei banner pubblicitari presenti nei siti web.
A cura di Matteo Acitelli
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Dopo le anticipazioni diffuse nel corso del mese di novembre, arrivano oggi nuove indiscrezioni su Google Contributor, l'innovativo servizio realizzato dagli sviluppatori del colosso di Mountain View che consente agli utenti di pagare un piccolo contributo mensile che varia tra 1 e 15 dollari che permette di eliminare i banner pubblicitari del circuito Google AdSense da uno o più siti internet che si visitano spesso. Negli ultimi giorni, infatti, i responsabili di Google hanno iniziato ad inviare i primi inviti per far provare ad un piccolo gruppo di utenti selezionati la nuova funzionalità. Come è possibile osservare dagli screenshot diffusi dal portale Droid-Life, gli utenti avranno la possibilità di versare un contributo mensile per rimuovere parte dei banner del circuito pubblicitario di Google presenti sui maggiori siti internet.

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L'utente avrà la possibilità di decidere se pagare per rimuovere la pubblicità da un determinato sito web che magari si visita spesso o, in alternativa, di utilizzare la cifra versata per limitare la presenza dei banner presenti in tutti i siti web che si visualizzano. I ricavi di Google Contributor andranno quindi agli editori del sito internet e, come per Google AdSense, anche per il servizio Contributor il colosso di Mountain View tratterrà una percentuale. L'utilizzo di Contributor però non rimuoverà completamente i banner del circuito pubblicitario di Google, versando 10 dollari si arriverà ad oscurare fino al 50% delle pubblicità, con 5 dollari fino al 25% e con 2 dollari fino al 15%. Sulla carta dunque il nuovo servizio Google Cotributor si presenta come una valida alternativa a AdBlock, il servizio di Google, infatti, rimuoverà le pubblicità senza però danneggiare i ricavi degli editori.

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