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Google contro l’Ue: “Android non danneggia la concorrenza”

Google ha risposto alle accuse che, lo scorso aprile, la Commissione europea aveva lanciato nei confronti del colosso di Mountain View in merito alle applicazione predefinite inserite all’interno degli smartphone Android.
A cura di Marco Paretti
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Google ha risposto alle accuse che, lo scorso aprile, la Commissione europea aveva lanciato nei confronti del colosso di Mountain View in merito alle applicazione predefinite inserite all'interno degli smartphone Android. App che, secondo l'Ue, verrebbero imposte da Big G ai produttori di dispositivi. "Android non ha danneggiato la concorrenza, anzi, l’ha accresciuta" spiega Google in una nota pubblicata nelle ultime ore. "Nessun produttore è obbligato a preinstallare alcuna app di Google su un telefono Android". Secondo l'azienda, quindi, nessun abuso di posizione dominante sarebbe stato attuato.

L'accusa della Commissione era proprio questa: sebbene Google non obblighi i produttori di smartphone ad installare nessuna app, impone delle restrizioni che vanno di fatto ad imporre indirettamente l'installazione delle applicazioni proprietarie. Se un produttore, per esempio, vuole installare il Play Store – cioè il negozio virtuale dal quale installare altre app, anche di terze parti, che rendono completo il telefono – deve per forza di cose inserire anche Google Search. Allo stesso modo, per poter godere dei ricavi pubblicitari devono installare in maniera esclusiva Google Search.

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Proprio per queste imposizioni indirette la Commissione europea potrebbe arrivare a multare Google fino ad una cifra record di 7,4 miliardi di dollari. Un approccio che l'azienda di Mountain View ha sempre rimbalzato con forza. "L’89 percento di chi ha risposto all’indagine di mercato avviata dalla Commissione ha confermato che Apple e Google sono in competizione tra loro" ha spiegato Kent Walker, vicepresidente di Google. "Ignorare la concorrenza con Apple come fa l'Ue significa non comprendere la caratteristica distintiva dell’attuale scenario competitivo degli smartphone". Secondo la Commissione, infatti, le due aziende non sarebbero in competizione e l'impostazione di Google impedirebbe la sana concorrenza con le altre realtà del settore.

"Falso anche questo" continua Walker. "Le percentuali di utilizzo di Google Search in dispositivi Android e non dimostrano che la libertà di scelta non viene condizionata". Inoltre, continua Walker, gli accordi presi con i produttori per "creare un livello minimo di compatibilità tra i dispositivi Android" sarebbero del tutto volontari. Mirati, per altro, a consentire a chiunque di poter utilizzare appieno lo smartphone appena acceso: pensate alla difficoltà del dover configurare ed utilizzare il dispositivo se non ci fosse il Play Store, soprattutto per i meno avvezzi alla tecnologia.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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