Google e la FTC fanno pace, almeno per il momento, e il prezzo da pagare è 19 milioni di dollari. E' questa la cifra che il colosso di Mountain View dovrà risarcire per mettere la parola fine alla questione relativa alle spese fatturate ai genitori per gli acquisti di contenuti in-app, fatte dai propri figli in giochi come Air penguins e Ice Age Village. Una serie di acquisti fatti senza cognizione di causa, da minorenni, e senza il permesso dei genitori.
A diffondere la notizia è la stessa FTC, che ha dichiarato che il gigante capitanato da Page e Brin oltre al pagamento del risarcimento ha anche accettato di applicare un'importante modifica alle sue modalità di fatturazione, per assicurarsi una volta per tutte che i genitori siano realmente a conoscenza della transazione, e dar loro la facoltà di accettare o meno gli acquisti fatti dai figli nei dispositivi mobili Android.
La questione è molto importante, e oltre a Google ha già visto protagonisti Apple (che a gennaio ha accettato di rimborsare i propri utenti di circa 33 milioni di addebiti non autorizzati realizzati sempre secondo le stesse modalità) e anche Amazon.com, che è stata richiamata dalla FTC lo scorso mese di luglio e sempre per la stessa questione.
La notizia arriva a circa un mese di distanza dall'approvazione da parte di Google di una serie di richieste provenienti dall'Unione Europea, che porterà a una modifica della struttura del Play Store, nel quale tutte le applicazioni e i giochi scaricabili gratuitamente ma che contengono contenuti in-app, non saranno più inseriti nella categoria "App e Giochi gratis". Si tratta di una novità importante, che andrà a risolvere una situazione piuttosto grave e che salvaguarda i tantissimi utenti che installano giochi e applicazioni pubblicate negli store digitali, convinti di aver scaricato un contenuto del tutto gratuito, per poi realizzare che per utilizzare a pieno il software è necessario acquistare componenti aggiuntivi.
Anche questa volta però, il l'azienda capitanata da Page e Brin ha compreso il problema e si è impegnata a modificare sostanzialmente il suo Play Store entro la fine di settembre 2014, mettendo a disposizione degli sviluppatori nuove linee guida su come comunicare con i bambini, eliminando le applicazioni con acquisti in-app dalla categoria “gratuite”, e cambiando le impostazioni predefinite in Android, con le quali – a meno che l’utente non le modifichi – verrà richiesta la password per ogni acquisto relativo a contenuti in-app.