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Google ha licenziato un’altra dipendente: “Allontanata per aver difeso i diritti dei lavoratori”

Oltre ai quattro impiegati allontanati poche settimane fa, la casa di Mountain View ha terminato i rapporti con un’altra dipendente accusandola di aver violato le norme di sicurezza interne all’azienda. Per l’interessata però il licenziamento è dovuto ad attività di tutela dei diritti dei colleghi.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Sono passati pochi giorni da quando Google ha licenziato quattro dipendenti coinvolti in attività di protesta interna, con l'accusa di aver violato la sicurezza dell'azienda in più occasioni. Un folto gruppo di ormai ex colleghi ha immediatamente manifestato loro solidarietà, accusando la casa di Mountain View di aver agito contro i quattro come ritorsione per il loro attivismo e puntando i riflettori sulla cultura interna a Google. Gli ex dipendenti dei quali si è parlato negli scorsi giorni potrebbero però essere in compagnia: in queste ore infatti è emerso che Kathryn Spiers – informatica di 21 anni allontanata da Google in queste stesse settimane – potrebbe essere stata licenziata per aver incoraggiato indirettamente colleghi a esercitare un loro diritto, ovvero quello di organizzarsi in un sindacato.

L'accusa l'ha lanciata la stessa Spiers dalle pagine del Guardian, dove ha raccontato la propria storia dentro e fuori dall'azienda. La giovane ha lavorato per due anni in Google sviluppando una piccola componente interna al browser Chrome che forniva ai dipendenti delle notifiche relative a cambiamenti nelle linee guida riservate agli impiegati e nelle politiche aziendali. L'ultima di queste notifiche riguardava un recente accordo con l'ufficio nazionale per le relazioni sindacali che ha costretto Google a rendere nota e chiara ai dipendenti sul luogo di lavoro la possibilità di organizzarsi per fare sentire la propria voce ai vertici dell'azienda in modo coordinato – e recitava solamente: "I Googler hanno il diritto di organizzarsi in attività tutelate".

Per Spiers l'iniziativa potrebbe esserle costata il posto di lavoro. Secondo il suo racconto, dopo quell'episodio la dipendente è stata "sottoposta a tre diversi interrogatori interni" durante i quali le è stato ripetutamente chiesto se fosse coinvolta in attività sindacali o avesse intenzione di danneggiare il posto di lavoro; prima e durante i colloqui – continua Spiers – le è stato impedito di consultarsi con colleghi o avvocati. Pochi giorni dopo la società le ha comunicato la decisione di licenziarla.

Per Google il licenziamento è da attribuire all'abuso dello strumento di invio delle notifiche – utilizzato senza autorizzazione né motivazione valida. Spiers ovviamente ha rigettato ogni addebito, accusando Google di aver agito non sulla base di una effettiva violazione delle norme, ma semplicemente per silenziare una potenziale voce in dissenso. Allo stato attuale è impossibile sapere come siano andate realmente le cose, ma l'episodio racconta ancora una volta come i conflitti e i potenziali dissensi tra la casa di Mountain View e i suoi dipendenti si stiano facendo sempre più difficili da risolvere.

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