A circa due mesi dall'acquisizione dei droni di Titan Aerospace, Google continua la sua marcia per eliminare il digital divide nei paesi in via di sviluppo e per farlo investirà una cifra astronomica, che potrebbe variare da un miliardo di dollari fino ad arrivare ai tre miliardi, a seconda di come starà strutturata la rete finale.
A riportare la notizia è il Wall Street Journal, che spiega nel dettaglio i progetti del colosso di Mountain View: 180 satelliti di piccolissime dimensioni che orbiteranno intorno al pianeta ad altitudini più basse di quelle dei satelliti tradizionali e – a quanto pare – affiancheranno i droni e i palloni aerostatici nella battaglia al digital divide.
"La connettività Internet migliora significativamente la vita delle persone." – ha spiegato un portavoce di Google al WSJ – "Eppure due terzi del mondo non vi hanno ancora accesso".
Il progetto non è nuovo ma è stato rimandato più volte per problemi tecnici e finanziari che pare siano stati risolti anche grazie a Greg Wyler, fondatore di O3b Networks, che da poco è entrato in Google assieme al suo direttore finanziario ed è subito stato posizionato a capo del nuovo team.
Lavorare per estendere la diffusione del processo di digitalizzazione in un Paese finora non sviluppato, porta senza dubbio ad una crescita economica non indifferente, aumentando il PIL e i posti di lavoro, e permettendo quindi un aumento consistente della produttività. Una reazione a catena che, da un altro punto di vista, aumenterebbe esponenzialmente anche la userbase delle grandi piattaforme tecnologiche: è questo forse uno dei motivi che spinge i big del tech, Google e Facebook compresi, a tentare a tutti i costi di correre ai ripari ed eliminare il più velocemente possibile il digital divide per connettere i restanti due terzi del mondo: connettere il mondo e stimolare la digitalizzazione dei Paesi emergenti porterà indirettamente ad un aumento importante del il numero degli utenti che si connetteranno ad una delle loro piattaforme.