Chiunque abbia letto una delle tantissime guide su come aumentare la privacy con Google, darà per scontato che una volta disattivato il GPS il proprio smartphone Android non sia più geolocalizzabile. In realtà non è così. Stando a quanto ha rivelato Quartz, la posizione di uno smartphone animato dal sistema operativo di Google rimarrebbe sempre rintracciabile e appena connesso ad internet il dispositivo invierebbe i dati direttamente ai server di Big G.
A darne la conferma è proprio il colosso di Mountain View che, dal 2007, raccoglie gli indirizzi dei ripetitori ai quali si connettono gli smartphone Android e invia i dati ai propri server. Il risultato? Google è in grado di tracciare e memorizzare ogni spostamento dei propri dispositivi.
Il motivo? Gestire le notifiche e i messaggi. Almeno è quanto ha dichiarato Google in risposta ad una mail inviata da Quartz nella quale il giornale chiedeva chiarimenti su questa pratica di dubbia necessità. In che modo i dati di geolocalizzazione degli utenti siano utili alla gestione di notifiche e messaggi rimane ancora un mistero, ma il portavoce di Google ha aggiunto che tutti i dati non sono mai stati registrati e che l'azienda si impegnerà ad aumentare la privacy dei propri utenti entro la fine di Novembre 2017, disabilitando questa funzione.
Più che per la gestione delle notifiche e dei messaggi, è probabile che questo "trucchetto" utilizzato da Google abbia lo scopo di geolocalizzare tutti gli utenti (a loro insaputa) per poter targhetizzare gli annunci pubblicitari, ottimizzarne la conversione e ricavarne un valore commerciale.
Ma Google non ha mai messo molto in evidenza il proprio volere di rispettare la privacy degli utenti una volta disabilitato il GPS. Nelle policy che si accettano quando si attiva uno smartphone Android si legge che "Quando usi i servizi di Google, noi potremmo raccogliere e processare informazioni riguardo la tua localizzazione. Usiamo diverse tecnologie per determinarla, incluso l’indirizzo IP, il Gps e altri sensori che potrebbero, ad esempio, fornire a Google dati sui dispositivi vicini a te, wifi e ripetitori".
Insomma, nulla di nuovo o di illecito. Fa sorridere, però, l'intenzione dell'azienda nel disattivare questa funzionalità proprio dopo essere stata "scoperta".