Google, nel 2012 raccolta pubblicitaria superiore a tutta la stampa cartacea USA
Nel 2012 Google ha incassato 10,9 miliardi di dollari in ricavi pubblicitari, superando i 10,5 raccolti dall'intero mercato dei giornali cartacei americani. La rivista Mashable ha accostato i due bilanci, anche se in realtà si tratta di un paragone forse un po' forzato, visto che il conteggio su Mountain View tiene conto degli introiti globali e non solo quelli raccolti su territorio americano e quello delle testate USA non conteggia invece i guadagni derivati dal traffico online.
Tuttavia il confronto offre chiaramente un'immagine di Google in costante ascesa, a cui si accosta invece il lento declino inesorabile della carta stampata, ma il paragone rischia anche di inacerbire ulteriormente i rapporti tra Mountain View e gli editori di mezzo mondo. Oltre al crollo delle vendite dei giornali tradizionali, i gruppi editoriali europei ed americani si trovano a dover affrontare il problema delle notizie pubblicate sul motore di ricerca americano nella sua sezione "News", pubblicazioni che fanno lievitare notevolmente le vendite pubblicitarie di Google ma che portano ben pochi ricavi, se non in termini di visibilità, alle testate che generano i contenuti.
In particolar modo gli editori francesi ed inglesi sembrano i più agguerriti ed è in corso un vero e proprio braccio di ferro, con i giornali che chiedono a Google di pagare una sorta di tassa sugli articoli diffusi e Mountain View che minaccia di bloccare il servizio, con il rischio di un crollo di visibilità per le testate. Recentemente il Presidente francese Hollande si è incontrato personalmente con Eric Schmidt, numero uno di BigG, ma non è stato raggiunto alcun accordo al riguardo.
Anche in Italia la situazione in cui versa l'editoria tradizionale è fonte di grande preoccupazione. Pietro Scott Jovane, amministratore delegato di Rcs Mediagroup, ha dichiarato: "La situazione dell’editoria è più difficile di quanto si pensasse. Il contesto preoccupa molti. Guardando i dati delle trimestrali di tutto il mondo dell'editoria e della pubblicità è evidente che il momento è difficilissimo".