“Non siamo dove vorremmo essere in termini di diversità”. Ad affermarlo è proprio il colosso di Mountain View, tramite Laszlo Bock, Vicepresidente dell'azienda, che discutendo di uno studio fatto proprio da Google stessa ha ammesso di dover fare i conti con un problema di equità razziale interna non indifferente.
Stando ai dati riportati proprio da Big G, il sessantuno percento dei suoi dipendenti è composto da bianchi. E se il trenta percento è composto da asiatici, per quanto riguarda gli ispanici e i neri va molto peggio: ad oggi, solo il tre percento dei dipendenti è di origini ispaniche, mentre i neri sono solo il due percento.
Come se non bastasse inoltre, approfondendo l'argomento anche considerando i ruoli manageriali, è risultato che i cosiddetti "warp" (i manager), sono composti per il settantadue percento da bianchi e i due terzi di questi manager bianchi sono uomini.
Un problema, quello dell'insufficiente "diversity" razziale nei big del tech, messo più volte in evidenza da Jesse Jackson, l'ex leader dei movimenti per i diritti civili, che mette sotto accusa anche il gruppo di Zuckerberg e il suo Facebook. In realtà però, la motivazione di questo disequilibrio razziale è molto semplice, e la spiega lo stesso Vicepresidente di Google al Wall Street Journal ch,e dopo aver fatto ammenda, ha giustificato il fenomeno affermando che la sua azienda incontra non poche difficoltà ad assumere donne e minoranze etniche, perché solo una piccola percentuale ha una laurea in materie scientifiche.