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“Guardarsi in chiamata su Zoom spinge gli utenti alla chirurgia estetica”: la denuncia dei medici

In uno studio pubblicato da un gruppo di chirurghi di Boston viene puntato il dito contro le piattaforme per le videochiamate, il cui utilizzo eccessivo può portare gli utenti a fissarsi ossessivamente su piccole e naturali imperfezioni ingigantite dalle webcam e da una percezione distorta del prorpio corpo.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Il periodo di pandemia e le conseguenti limitazioni alle libertà di movimento hanno costretto centinaia di milioni di persone nelle proprie case. Per incontrarsi e lavorare in molti si sono rivolti a piattaforme per le videochiamate come Zoom, ma il sovrautilizzo di queste soluzioni sta generando effetti collaterali imprevisti: è la denuncia di un gruppo di chirurghi di Boston, secondo i quali fissare il proprio volto in videochiamata sta portando molte persone a individuarvi difetti inesistenti e a richiedere interventi di chirurgia plastica per eliminarli.

Il fenomeno è stato descritto in uno studio sulla base di due fattori: da una parte una correlazione tra il periodo di pandemia e un picco nelle richieste di interventi facciali ricevute; dall'altra le motivazioni riportate dai candidati alle operazioni, che includono proprio l'aspetto estetico percepito su Zoom. Nella ricerca pubblicata, il disturbo è stato battezzato dismorfia da Zoom — in un tentativo di suggerire una parentela con la dismorfofobia. Le persone affette da questa fobia infatti si concentrano eccessivamente su alcuni aspetti del proprio corpo, spesso percependoli come esteticamente sgradevoli; la sovraesposizione a social network e piattaforme di condivisione video è stata d'altro canto accusata spesso di essere un fattore facilitatore o scatenante per questi disturbi, perché costringe gli utenti a confrontarsi con la propria stessa immagine in rapporto a quella degli altri o a filtri di bellezza tutt'altro che naturali.

La tesi è che su Zoom, Facetime, Messenger e le miriadi di servizi di videochiamata emersi o consolidatisi in questi mesi, il meccanismo sia simile: secondo lo studio le persone — trovandosi ripetutamente e a lungo di fronte alla propria immagine — ne individuano piccoli e naturali difetti che fino a poco tempo prima passavano del tutto inosservati. Il metodo di funzionamento delle webcam inoltre non aiuta: le lenti utilizzate sono infatti pensate per inquadrare un'area il più ampia possibile, e possono dunque distorcere gli elementi del viso fino a farli sembrare anomali. Non per niente — hanno denunciato i chirurghi — i difetti maggiormente lamentati da chi si candida per una operazione in questi ultimi mesi riguardano per lo più naso e rughe, ingigantiti dai grandangoli delle webcam.

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