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HarmonyOS, il sistema operativo di Huawei può arrivare al 2% in un anno

Il lancio del sistema operativo HarmonyOS è in programma già per quest’anno e gli analisti di mercato cominciano a valutare la situazione dal punto di vista della diffusione del sistema stesso. Le previsioni sono di una quota di mercato del 2% a livello globale e del 5% in Cina entro la fine del 2020.
A cura di Francesco Russo
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huawei harmony os

In attesa di capire come si evolverà la situazione degli scambi commerciali con le aziende USA, Huawei si mantiene concentrata sul suo nuovo sistema operativo HarmonyOS — il sistema che potrebbe sostituire Android sui suoi dispositivi. Il lancio è in programma già per quest'anno e gli analisti di mercato cominciano ad valutare la situazione dal punto di vista della sua diffusione. Come già dichiarato, Harmony verrà lanciato inizialmente solo in Cina, per poi espandersi in altri Paesi, ed è evidente che che la crescita maggiore, in termini di vendite, è da attendersi proprio nel paese di origine. In sostanza, Huawei per ora lancerà uno (si parla già del nuovo Mate 30 Lite) o al massimo due dispositivi, per arrivare ad una quota di mercato, entro la fine dell'anno, dello 0,1 percento. Gli analisti però prevedono che HarmonyOS arriverà al 2% entro la fine del 2020 a livello globale e al 5% in Cina.

L'obiettivo del colosso di Shenzhen del resto è proprio quello di proliferare sul territorio cinese per poi lanciare eventualmente il sistema, con più forza, a livello globale. La situazione potrebbe giovare anche ad avversari come LG e Samsung, che in Cina vantano una presenza ancora modesta ma che potrebbero adottare HarmonyOS per rendersi più appetibili nei confronti degli utenti locali. Per gli analisti inoltre software ha le potenzialità per diventare un vero e proprio sistema operativo portabandiera per la Cina. Considerando la spinta che potrebbe arrivare dal governo centrale alla produzione di dispositivi compatibili con HarmonyOS anche da parte di aziende esterne, l'ultima fatica di Huawei potrebbe davvero candidarsi a diventare un sistema operativo su scala nazionale. L'intero ecosistema hi tech cinese in questo modo si renderebbe meno dipendente da Google.

Da questo punto di vista i margini di crescita del software sono molto ampi: nel solo settore degli smartphone del resto, i marchi cinesi detengono il 40 percento delle quote di mercato: Huawei 15,8%, Xiaomi 9%, Oppo 8,1%, Vivo 7,5%, Lenovo 2,6% e Realme 1,3% (dati Counterpoint relativi al secondo trimestre 2019). Huawei, a questo punto, ha di fronte a sè due possibilità per fare in modo che HarmonyOS si diffonda sempre di più: la prima è quella di lanciare sempre più prodotti e tipologie di prodotto con il nuovo sistema operativo a bordo; la seconda è quella di stringere nuove collaborazioni con aziende esterne per svilupparne le funzionalità.

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