Il Diritto all'Oblio secondo Google non smette di creare polemiche. Fin dal suo lancio, avvenuto a giugno, il servizio che permette di cancellare link a informazioni "scomode" non ha smesso di far parlare di sé. I dettagli sulle modalità di eliminazione dei vari link sono infatti arrivati in maniera frammentata e confusionaria, elemento che non ha fatto piacere agli utenti più attenti, i quali chiedono – giustamente – più informazioni su un servizio che può potenzialmente eliminare un contenuto dal motore di ricerca più utilizzato.
Ad alimentare ulteriormente le critiche arriva oggi Hidden from Google, un servizio creato da un programmatore americano che raccoglie tutti i risultati di ricerca omessi, eliminati o censurati da Google Europa negli ultimi mesi. Attualmente il sito mostra 11 articoli che non appaiono più nei risultati di ricerca su Google, con un articolo di prova che conferma la rimozione di ogni link.
Secondo Afaq Tariq, il creatore del sito, la scelta di eliminare i link non dovrebbe riguardare solo Google, un aspetto con il quale concordano anche i colossi internet americani. "Il concetto di Hidden from Google sembrava mancare da internet" ha spiegato Tariq "Rappresenta un legittimo modo di sottolineare le azioni di censura di Google, in modo da creare una discussione pubblica sul loro impatto. L'ho creato sperando che possa dare vita ad un sano dibattito".
Alcuni articoli censurati riguardano persone accusate di abuso sui minori e una storia sulla conversione all'Islam del fratello di George Osborne. I critici hanno sottolineato che la pubblicazione degli articoli eliminati da Google porta con sé delle questioni etiche, anche perché l'azienda non spiega il motivo della cancellazione. Inoltre questi articoli ottengono probabilmente l'effetto contrario, raccogliendo cioè una maggiore attenzione su di loro dovuta al fatto che si trovano al centro di questa controversa questione.
Le varie pagine rimosse da Google restano comunque leggibili sul sito originale, semplicemente non vengono più mostrate all'interno dei risultati di ricerca. Grazie a questo elemento Tariq è riuscito a ritrovare i vari articoli e pubblicarli sul suo sito, con tanto di chiavi di ricerca "oscurate". Ogni utente può però cercare nuovi siti omessi dal motore di ricerca e pubblicarli autonomamente su Hidden from Google, come in una sorta di piattaforma partecipativa per tenere traccia dell'attività di censura su internet.
Il Diritto all'Oblio di Google è destinato a far parlare di sé ancora a lungo, soprattutto se gli articoli censurati riguardano storie come quella di Carlos Silvino, condannato per abuso sui minori, o quella di Robert Daniels Dwyer, famoso borseggiatore di Oxford. Peraltro – al di là del chiedersi perché Google dovrebbe omettere questi risultati dal proprio motore di ricerca – l'intera faccenda ci fa capire quanto siano indelebili le tracce lasciate su internet. Ogni tweet, post o mail inviata lascia un segno, il quale difficilmente riusciremo ad eliminare in maniera definitiva.