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Horowitz (Google+): “Facebook appartiene al passato”

Il vice presidente di Google attacca la piattaforma di Menlo Park: “Pubblicità invasiva e poco funzionale, non è così che va il mondo reale”. Secondo Horowitz il futuro è nell’integrazione tra reti sociali e ricerca, il progetto portato avanti proprio da BigG.
A cura di Angelo Marra
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"Facebook appartiene al passato e il suo modo di sviluppare la pubblicità sulla piattaforma non funziona affatto". Con questa lapidaria dichiarazione Bradley Horowitz, vice presidente di Google e responsabile del progetto Google+, attacca frontalmente la piattaforma di Menlo Park, definendola ormai "superata".

Secondo Horowitz il social network di Zuckerberg è troppo dispersivo e la pubblicità dei brand è più fastidiosa che utile per gli utenti. "Quando una persona ha fame" – ha affermato – " va al ristorante. Vedere un annuncio di un panino quando non hai fame o non lo stai cercando non è molto utile. Lo è invece la possibilità di cercare un posto dove mangiare quando si ha fame, meglio ancora se consigliato dagli amici".

Il riferimento è chiaramente all'integrazione dello strumento della ricerca con le reti sociali, il progetto che attualmente fa sì che, una volta iscritti su G+, nei risultati di ricerca di Google vengano premiati in visibilità prima i contenuti condivisi dalle nostre cerchie. "E' emerso che sono chiaramente più utili per gli utenti i consigli da parte delle persone di cui si fidano", ha aggiunto Horowitz. Non è mancata una piccola "stoccata" anche verso l'altro principale competitor nel settore dei social network, Twitter, lontano dal mondo reale dove le conversazioni non si limitano a 140 caratteri.

Il vice presidente di Google però si è rifiutato di fornire i dati attuali riguardo al numero di iscritti su G+, definendoli "stabili" rispetto a quelli di settembre (100 milioni di utenti attivi ogni mese e 400 milioni di iscrizioni totali), anche se ha manifestato un certo ottimismo per i prossimi mesi: "Non è il massimo arrivare in ritardo in un settore (quello dei social network nd.a.) ma questa condizione ci offre la possibilità di dialogare con gli utenti per capire quali sono i loro bisogni non soddisfatti, quello che gli piace e quello che non gli piace".

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