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Huawei, anche la Germania ha sospetti di spionaggio: a rischio la gara per il 5G

Dopo le accuse del governo americano e le proposte di legge per tenere lontana l’azienda cinese dal paese, ora è la Germania ad avanzare nuovi dubbi in merito al supposto spionaggio che Huawei porterebbe avanti per conto del governo cinese.
A cura di Marco Paretti
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Dagli Stati Uniti all'Europa, la delicata situazione che coinvolge Huawei da ormai diversi mesi non fa altro che peggiorare. Dopo le accuse del governo americano e le proposte di legge per tenere lontana l'azienda cinese dal paese, ora è la Germania ad avanzare nuovi dubbi in merito al supposto spionaggio che Huawei porterebbe avanti per conto del governo cinese. Tanto che il governo Merkel starebbe pensando di tagliare completamente fuori l'azienda asiatica dalle gare per il 5G – tecnologia dove però Huawei è attualmente leader di mercato – per questioni di sicurezza nazionale.

Non è l'unico paese al di fuori degli USA a prendere decisioni così drastiche: dopo la richiesta di Trump, anche Australia, Regno Unito e Nuova Zelanda avevano escluso Huawei dai piani per lo sviluppo della nuova infrastruttura di rete. Un numero di paesi destinato ad aumentare viste le continue pressioni in arrivo dagli Stati Uniti e che hanno preso di mira anche l'Italia, dove le infrastrutture Huawei per le comunicazioni sono molto diffuse. La Germania, nel frattempo, starebbe pensando a soluzioni che rendano impossibile per Huawei partecipare ai bandi, come imporre degli standard di sicurezza che l'azienda non potrebbe rispettare.

Le tensioni tra occidente e Huawei, quindi, sembrano essere destinate a proseguire ancora a lungo. Nel frattempo, è bene sottolinearlo, nessuna prova ha mai dimostrato che l'azienda fornisca al governo cinese una canale di spionaggio su Stati Uniti ed Europa. Lo ha sottolineato anche il fondatore Red Zhengfei, che durante la prima intervista dopo quattro anni ha ribadito che nessuna richiesta di spionaggio è mai giunta al colosso e che, nonostante lui sia un sostenitore del Partito Comunista, non farebbe mai nulla che possa danneggiare il mondo. "Non c'è nessuna connessione tra le mie convinzioni politiche e il business di Huawei" ha spiegato.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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