Huawei ha risposto alle tensioni con gli Stati Uniti ordinando ai suoi dipendenti di fermare tutti i meeting tecnici con i loro contatti americani. Lo riporta Cnet, sottolineando come il colosso cinese delle telecomunicazioni abbia inoltre rimandato a casa tutti i dipendenti americani che lavoravano come ricercatori o sviluppatori all'interno del quartier generale di Shenzen. La decisione, svelata solo ora da Cnet e dal Financial Times, è in realtà entrata in vigore due settimane fa, in concomitanza con la decisione da parte di Donald Trump di inserire Huawei nella lista nera del commercio.
Il tutto, come riporta il Financial Times, sarebbe inoltre successo piuttosto frettolosamente. Durante l'annuncio dell'inserimento di Huawei all'interno dell'Entity List americana, infatti, si stava svolgendo un workshop nella sede centrale, incontro interrotto immediatamente con l'invito rivolto ai lavoratori americani di lasciare gli spazi di Huawei. Da quel momento, l'azienda cinese ha controllato che tutti i visitatori stranieri non fossero in possesso di passaporto statunitense e a chiesto a tutti i dipendenti di evitare di discutere di tecnologie con gli americani.
La notizia arriva dopo due settimane di forti tensioni tra Cina e Stati Uniti, un panorama nel quale Huawei ha subito i colpi più pesanti. Ad oggi, infatti, la maggior parte delle aziende che si erano distanziate dalla realtà cinese risultano essere ancora convinte della loro decisione, con l'unica distensione arrivata dalla scelta delle associazioni relative alle memorie SD, al WiFI e al Bluetooth di riammettere Huawei nelle loro liste. Il Mate 20 è inoltre rientrato nella lista di dispositivi compatibili con la beta di Android Q, un elemento che potrebbe indicare una distensione anche dal problematico punto di vista del sistema operativo.