I social network sono diventati uno strumento fondamentale all'interno della nostra vita, utile sia per connetterci con gli amici che per gestire i nostri rapporti lavorativi. È sempre più evidente, però, che determinati comportamenti possono compromettere i nostri rapporti con le persone anche al di fuori dei portali, soprattutto quando si parla di un social popolato come Facebook. Ormai quasi tutti i nostri amici, parenti e colleghi sono presenti sul social network di Zuckerberg e spesso tendiamo ad ignorare le ripercussioni che un post può avere sulla nostra vita se letto dalla persona sbagliata. Ecco quindi i peggiori errori da non commettere mai su Facebook.
Sono poche le persone giustificate a tenere un profilo totalmente pubblico, ma anche queste dovrebbero possederne due: uno per i conoscenti e uno per gli sconosciuti. Permettere a chiunque di accedere ai propri dati personali – residenza, compleanno, fotografie, etc – può essere dannoso per vari motivi. Primo su tutti il rischio di essere presi di mira da malintenzionati, che in questo modo avrebbero in mano una quantità preoccupante di informazioni. Un discorso a parte va fatto per i minorenni, i cui profili Facebook dovrebbero essere ancora più blindati e tenuti d'occhio dai genitori.Purtroppo capita sempre più spesso che siano proprio i profili dei ragazzini ad essere i più aperti per mancanza di adeguate spiegazioni o semplice disinteresse.
Un discorso simile va fatto per i singoli post, la cui privacy andrebbe impostata in modo tale che essi vengano condivisi solo con gli amici. Ciò di cui molti non si rendono conto è che se è vero che i post vengono letti da amici, conoscenti e parenti, è altrettanto vero che, se sono pubblici, sono alla mercé di chiunque sul web: il vostro capo, i colleghi, i responsabili delle risorse umane e, ancora, i malintenzionati. Immaginate questo: scrivere un post pubblico è come gridare in mezzo alla piazza della città. Le notizie di condivisioni costate al responsabile il posto di lavoro sono molte e sotto gli occhi di tutti.
Anche mantenendo un profilo privato, su Facebook sono presenti elementi che, semplicemente, non vogliamo far vedere ad altre persone. Primi su tutti: i messaggi privati scambiati quotidianamente con i nostri contatti. Scegliere una password poco sicura espone questo e altri elementi agli occhi di chiunque riesca ad ottenerla. Inoltre, molti siti web utilizzano il login tramite Facebook, quindi una volta ottenuta la vostra password una persona può entrare senza problemi anche in molti altri vostri account. La soluzione è quella di scegliere una password forte e sicura, ma anche abilitare la verifica in due passaggi.
Aggiungere contatti che non conoscete solo per far aumentare il numero di amici è una procedura fortemente sconsigliata. Eppure capita spesso: ricevete una richiesta d'amicizia da una persona che non conoscete ma che ha diversi amici in comune con voi, non ci pensate su troppo e la accettate. Avete appena commesso un errore. Prima di tutto avete dato accesso a tutte le informazioni contenute sul vostro profilo privato ad una persona che non conoscete: post, dati personali e foto. Inoltre, fate lo stesso con i vostri amici che hanno selezionato l'opzione "mostra agli amici degli amici", esponendo anche le loro informazioni personali. Molti malintenzionati aggiungono una grande quantità di persone appartenenti allo stesso network, guadagnando in questo modo "credibilità" ad ogni amico in comune che ottengono. Quando vi aggiunge un contatto che non conoscete, chiedete sempre agli amici in comune se lo conoscono, altrimenti evitatelo.
Uno degli errori più grandi che possiate fare sui social network è confondere i vari social network. Twitter è un portale nel quale condividere anche più di 50 post al giorno va bene, ma Facebook no. Quest'ultimo dovrebbe essere un luogo virtuale in cui intavolare discussioni e condividere link e notizie, ma senza esagerare. Volete condividere ogni dettaglio della vostra vita in maniera minuziosa, commentare programmi TV e far sapere al mondo la vostra opinione su ogni cosa? Se state utilizzando Facebook avete sbagliato social network. Twitter è sicuramente più adatto e, tramite gli hashtag, vi aiuta a connettervi con le persone che stanno parlando di quello stesso argomento.
È uno degli atteggiamenti più fastidiosi degli ultimi anni. Le gigantesche conversazioni di gruppo nate solo per promuovere un contenuto proprio: il questionario per l'università, la foto per un concorso o l'ultimo articolo del proprio blog. Si raggruppano decine di persone, si scrive un messaggio generico e si preme invio, generando una conversazione tra persone che non si conoscono e che, inevitabilmente, si riempie subito di notifiche di abbandono e di timidi messaggi d'approvazione. Se avete un contenuto da pubblicizzare, spendete del tempo ad inviare messaggi ad ognuno degli amici che, secondo voi, possono essere più interessati. Notando il vostro impegno saranno anche più propensi ad aiutarvi.
Fin dal lancio della possibilità di creare gruppi su Facebook, sul social network ne sono fioccati a migliaia, spesso dalla dubbia utilità. Si tratta di uno strumento utilissimo per organizzarsi o parlare di un determinato argomento, ma diventa solo fastidioso quando il suo obiettivo è quello di postare foto di gattini o video di persone ubriache. Ci sono poi i veri e propri maestri dei gruppi: persone che, non appena vengono aggiunte su Facebook, fanno partire una serie di inviti a raffica per diversi gruppi dalle tematiche alquanto inutili. L'elemento (poco) divertente è che, spesso, in questi gruppi vigono regole severissime che permettono la pubblicazione di contenuti solo da parte del creatore. Inoltre, il fatto che l'inserimento in seguito ad un invito sia automatico ci mette nella spiacevole situazione nella quale dobbiamo uscire manualmente, pena l'essere sommersi da notifiche di pubblicazioni.
