È un mese da record quello che stanno attraversando i Bitcoin, il cui valore è esploso nel corso delle ultime settimane superando i 10.000 dollari e raggiungendo nelle ultime ore una valutazione di oltre 18.000 dollari. Impennata, quest'ultima, che ha coinciso con il debutto della criptovaluta sulla Cboe Futures Exchange di Chicago – una delle principali piattaforme mondiali di scambio di derivati – dove i futures (i contratti a termine) sono aumentati del 20 percento. Si parla di contratti sulla scadenza del 17 gennaio, con poche decine riguardanti scadenze di febbraio e marzo. Un successo che ha portato ad un piccolo collasso del sito della Cboe, quasi inaccessibile nei primi 20 minuti di scambio.
Il Future ha spostato nuovamente l'attenzione sui Bitcoin, attirando l'interesse degli investitori sempre pronti a scommettere su una criptovaluta che sembra non avere limiti. E se da un lato c'è chi la definisce una gigantesca bolla pronta ad esplodere, dall'altro giornate come quella di ieri dimostrano che gli investitori non sembrano essere preoccupati. Tanto che durante la giornata di scambi il circuito Cboe è stato sospeso più volte: il sistema prevede che gli scambi si interrompano per 2 minuti quando la variazione di un titolo supera il 10 percento e per 5 minuti quando il salto è del 20 percento.
Cos'è il Future
Si tratta di contratti nei quali due figure decidono il valore futuro di una merce, dal grano agli strumenti finanziari. Con i futures è possibile scommettere sul rialzo di uno di questi elementi se si acquista un contratto che prevede il rialzo nel corso dei tre mesi successivi, oppure sul ribasso se si acquista un contratto che prevede una svalutazione della merce. Gli investitori possono quindi scommettere sul valore futuro della moneta virtuale acquistandola ora ad un prezzo stabilito per poi entrarne effettivamente in possesso più tardi. Una scommessa che oggi si basa sull'incredibile impennata nel valore dei Bitcoin, un elemento che, però, non potrà continuare all'infinito.
Per questo c'è chi parla di bolla, come il governatore della Banca centrale della Nuova Zelanda: "Con le bolle non si sa mai come va a finire". Una schiera di scettici della quale fanno parte anche case come la Goldman Sachs e Jp Morgan, che ai loro clienti non consentono di partecipare allo scambio di future sui Bitcoin. In realtà, però, c'è chi non lo definisce un possibile strumento di devastazione finanziaria: ad oggi l'intero bacino di Bitcoin vale 240 miliardi di dollari, mentre tutte le azioni quotate del mondo si assestano su circa 80.000 miliardi di dollari. Se il prezzo dei Bitcoin dovesse azzerarsi improvvisamente, le perdite corrisponderebbero a meno dello 0,6 percento per le azioni americane. I danni, quindi, sarebbero comunque contenuti.