I creator neri scioperano su TikTok: “Vogliamo riconoscimento per la nostra cultura”
C'è chi lo chiama sciopero e chi boicottaggio, e dare un nome a quello che sta avvenendo su TikTok in effetti non è semplice: una intera comunità di creator attiva sulla piattaforma si sta astenendo dal creare nuovi balli che abbiano come sottofondo la ultima hit musicale del momento — il brano Thot Shit della rapper statunitense Megan Thee Stallion. Si tratta dei creator neri, che in un moto di protesta hanno deciso di non ballare sulle note del pezzo rap fresco di uscita: il punto al centro della questione è il lavoro creativo di ballerini e coreografi neri, del quale il resto della comunità si appropria sistematicamente e senza riconoscimenti per utilizzarlo come propellente verso il successo.
Meriti non riconosciuti
È accaduto a Charli D'Amelio e Addison Rae, le due personalità più seguite della piattaforma che ora stringono accordi milionari con sponsor e case di produzione. Entrambe hanno costruito il loro successo iniziale su TikTok reinterpretando coreografie nate dalla creatività di artisti neri. E se da una parte è vero che la piattaforma di origine cinese basa parte del suo successo proprio sul replicare balli e comportamenti come fossero sfide, d'altro canto la mancanza di un sistema per dare credito agli inventori di un passo di danza o una coreografia potrebbe aver depredato queste persone del dovuto riconoscimento — e dei milioni di dollari che in alcuni casi ne è derivato.
Il caso Renegade
Non è da poco che la comunità di creator danneggiata da questo sistema ne denuncia i meccanismi, e il caso della ballerina Jalaiah Harmon è stato emblematico in questo senso: la giovanissima tiktoker (allora aveva 14 anni) ha inventato da sola la Renegade, uno dei balli più famosi dentro e fuori da TikTok cavalcato anche dalla stessa Charli D'Amelio, eppure ci è voluto un approfondimento del The New York Times perché il merito le venisse riconosciuto. Il tema è però rimasto scottante e sostanzialmente irrisolto, in particolare su una piattaforma che è stata accusata a più riprese di penalizzare i contenuti provenienti da neri.
Lo sciopero creativo
Con l'uscita dell'ultimo fenomeno musicale progettato per la viralità, i creator colpiti dal fenomeno hanno deciso di far valere le proprie ragioni con una protesta che valesse anche come una dimostrazione pratica del loro valore: una sorta di sciopero creativo. In una mossa coordinata attraverso il passaparola social, artisti, ballerini, coreografi neri si sono astenuti dal lanciarsi in balli o passi di danza inediti utilizzando l'ultima hit di Megan Thee Stallion. Lo scopo: dimostrare come — senza la loro creatività al servizio della viralità dei video — i contenuti che si sviluppano attorno a un contenuto non riescano a generare interesse e, in ultima analisi, introiti.
I contenuti legati al brano che stanno emergendo per numero di visualizzazioni mancano effettivamente di energia: in un pezzo dove sono previste mosse come il twerking ci si limita spesso fare lip sync o a far ondeggiare le mani verso l'alto. I video vengono bersagliati dall'ironia della comunità nera che ne sottolinea la mancanza di passione e creatività, e in alcuni casi viene inibita agli utenti la possiblità di commentare per evitare critiche. Tra i contenuti non mancano ovviamente quelli che si discostano per inventiva e ingegno, né mancano i tiktok provenienti da creator neri; nel frattempo però la canzone è già diventata un forum di discussione sul tema.