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“I dati degli utenti di TikTok sono accessibili dalla Cina”: l’allarme del garante privacy

Secondo il garante per la privacy irlandese che ha l’ultima parola sulle attività di TikTok nell’ambito dei Paesi UE, c’è la possibilità che i dati di alcuni utenti appartenenti ai Paesi dell’Unione siano accessibili dalla Cina, nonostante l’app dichiari che i server siano situati negli Stati Uniti.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Anche mentre riscuoteva un successo planetario, TikTok ha sempre dovuto sostenere l'accusa di essere una piattaforma vulnerabile al controllo da parte del governo cinese. Utenti, esperti e governi hanno ripetutamente mosso questa critica che però i gestori dell'app hanno sempre respinto. L'ultimo allarme in questo senso arriva dal garante per la privacy irlandese, secondo il quale c'è la possibilità che i dati di alcuni utenti dell'Unione Europea siano accessibili dalla Cina in violazione delle leggi sulla privacy in vigore nei Paesi membri.

Dati accessibili dalla Cina

La preoccupazione è stata riferita da Bloomberg ma è stata espressa direttamente da Helen Dixon, responsabile dell'autorità garante per la privacy irlandese che ha l'ultima parola sulle attività di TikTok nell'ambito dei Paesi UE : "TikTok ci ha detto che i dati degli utenti europei vengono trasferiti negli Stati Uniti e non in Cina, eppure abbiamo concluso che tecnici e sviluppatori addetti agli algoritmi di intelligenza artificiale potrebbero avere accesso ai dati dalla Cina". In sostanza insomma — nonostante i server di TikTok che gestiscono i dati europei risiedano in territorio statunitense, i dipendenti cinesi del gruppo vi avrebbero libero accesso.

Perché è un rischio

Nonostante le accuse piovute dagli Stati Uniti che continuano a incombere come una spada di Damocle sulla proprietà cinese dell'app, TikTok ha sempre affermato di non avere nulla a che fare con il governo di Pechino. Stoccare i dati degli utenti all'interno di server che risiedono fuori dal territorio cinese contribuisce però a tenerli al sicuro proprio nell'eventualità che le autorità locali ingiungano alla piattaforma di collaborare contro la sua volontà; è anche per questo del resto che norme come il GDPR si preoccupano di aspetti simili. Se però alle informazioni presenti nei server statunitensi hanno libero accesso anche dipendenti e tecnici dalla Cina, la misura di protezione geografica rischia di servire a poco.

Per il momento l'autorità irlandese non è giunta ad alcuna conclusione definitiva sulla sicurezza dei dati degli utenti che utilizzano l'app. Considerati però i dubbi espressi nelle ultime ore, c'è da immaginare che il lavoro degli investigatori — partiti da un'indagine sui diritti e la protezione dei minori — si concentrerà anche sull'aspetto della sicurezza dei dati degli utenti.

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