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Il Garante Privacy su TikTok e minori: “Il blocco è un primo passo, ma serve l’aiuto dei genitori”

TikTok ha risposto alle richieste del Garante Privacy nostrano in merito all’esclusione dei bambini dalla piattaforma e alla protezione degli utenti dai 13 ai 18 anni. Un tassello altrettanto importante per la sicurezza dei minorenni online resta però educarli al tempo trascorso su Internet e conoscere le app che utilizzano.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Nelle scorse ore TikTok ha risposto ufficialmente alle richieste del Garante della Privacy che imponevano alla piattaforma una serie di misure per l'esclusione dei bambini e la protezione dei minorenni ammessi all'iscrizione (ovvero i maggiori di 13 anni). Nel piano di adeguamento di TikTok alle richieste del Garante figura un nuovo controllo dell'età simile a quello già effettuato nei giorni scorsi, ma anche un futuro e non meglio dettagliato piano per la verifica anagrafica basato su sistemi di intelligenza articiciale: per capire come sarà sviluppato questo sistema e quale sia la situazione della piattaforma di condivisione in Italia, Fanpage.it ha contattato l'autorità Garante della Privacy con alcune domande.

Come è maturata la decisione del blocco a TikTok?

Controllavamo da tempo l'operato dell'app proprio perché frequentata da giovanissimi, e a dicembre avevamo avviato una procedura di contestazione formale nei suoi confronti per alcune violazioni. Tra queste violazioni figuravano informative sul trattamento dei dati poco chiare, il fatto che i profili dei ragazzi venissero impostati come pubblici fin dall'atto dell'iscrizione, e infine la facilità di aggirare il divieto di ingresso per i minori di 13 anni, che è tornata poi centrale nel dibattito che si è sviluppato in questi giorni in seguito alla morte della bimba di Palermo.

Già allora avevamo dato ai gestori di TikTok fino al 15 febbraio per farci avere memorie difensive e documentazione in relazione alle contestazioni che le avevamo mosso. Dopo il caso tragico della bambina di Palermo abbiamo deciso di muoverci con più urgenza: partendo dall'attività istruttoria svolta fino a quel momento, abbiamo attivato una procedura di emergenza che le normative europee consentono solo sul territorio nazionale e per casi particolari; questo ci ha portato al blocco degli scorsi giorni, nel quale veniva chiesto ai gestori di smettere di trattare i dati che non provenissero da utenti la cui età fosse verificabile con certezza e maggiore di 13 anni.

TikTok ha annunciato un lavoro su misure di verifica basate su intelligenza artificiale: in cosa consistono?

Questa sarà una responsabilità dei gestori. Per il regolamento europeo è chi tratta i dati che deve esporre le misure che intende utilizzare per ottenerli e proteggerli, fare una valutazione dei rischi e prevedere le relative cautele per mitigarli. Per questi aspetti TikTok si interfaccerà con il Garante Privacy irlandese, nel Paese cioè dove l'azienda ha il suo quartier generale europeo; l'Autorità svolgerà un'attività di vigilanza che per noi non è terminata — motivo per cui abbiamo reso noto che ci riserviamo di valutare le misure adottate da TikTok in questo ambito.

In quanto è ragionevole aspettarsi l'arrivo delle nuove misure?

Anche questo dipende dai sistemi che gli sviluppatori in seno a TikTok intendono adottare: devono essere sistemi efficaci ma al contempo rispettosi della privacy, che è ragionevole pensare non possano essere implementati da subito. La palla è passata a loro e ai colleghi irlandesi, ma l'Autorità non si spoglia della sua attività di vigilanza e contiunuerà seguire la vicenda da molto vicino. Intanto però qualcosa di importante si sta già muovendo.

In che modo?

Innanzitutto TikTok ha annunciato l'intenzione di raddoppiare il numero dei moderatori italiani capaci di svolgere controlli più accurati sui contenuti nella nostra lingua; inoltre si impegnerà in una attività di sensibilizzazione attraverso carta stampata e testate online (iniziata già nelle scorse ore). Contemporaneamente noi stiamo provvedendo a una campagna radiotelevisiva in collaborazione con Telefono Azzurro in onda dal 9 febbraio. Tutti questi provvedimenti non hanno solo lo scopo di aumentare il livello di sicurezza all'interno dell'app, ma anche quello di puntare i riflettori su un problema che in generale le piattaforme da sole non possono eradicare: il controllo delle attività dei ragazzi sui social e online, nella cui soluzione anche i genitori e la famiglia hanno un ruolo fondamentale.

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