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I Governi hanno accesso diretto alle reti telefoniche, l’Italia è prima in Europa

A un anno esatto dalle prime rivelazioni di Snowden, Vodafone UK esce allo scoperto e ammette l’esistenza di cavi collegati direttamente alle reti, per ascoltare le conversazioni degli utenti, senza mandato.
A cura di Dario Caliendo
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Davvero incredibili le dichiarazioni di Vodafone UK, che fa luce su un tassello fondamentale relativo alle intercettazioni telefoniche. A un anno esatto dalle prime rivelazioni di Edward Snowden sui metodi di intercettazione utilizzati dall'Nsa, uno dei gestori telefonici più importanti al mondo ha rivelato l'esistenza di cavi segreti collegati direttamente alle infrastrutture di rete europee, con i quali le agenzie governative di alcuni dei ventinove Paesi in cui opera, riescono ad avere accesso alle telefonate degli utenti, liberamente, e quindi senza la necessità di un mandato.

L'azienda ha rotto il silenzio sulla sorveglianza dei governi al fine di frenare l'uso sempre più frequente delle reti di telefonia e banda larga per spiare i cittadini e ha precisato che i cavi erano collegati non solo alla sua rete, ma anche a quelle di altri gruppi di telecomunicazioni. Un vero e proprio "scenario da incubo", commenta Gus Hosein, direttore esecutivo della Privacy International del Regno Unito, che l'azienda descriverà in ogni minimo dettaglio in un'informativa che verrà pubblicata entro la giornata di oggi nel rapporto Law Enforcement Disclosure.

Secondo quanto si legge sul Guardian, in sei paesi in cui opera Vodafone, la legge obbliga gli operatori di telefonia mobile, fissa e di servizi a banda larga, a installare i cavi governativi con i quali le agenzie avrebbero diretto accesso a tutte le telefonate e i dati trasmessi, anche senza mandato, e senza alcuna necessità di decriptare le comunicazioni.

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"Esistono questi cavi. Il modello di accesso diretto esiste" – ha dichiarato Stephen Deadman, dell’ufficio privacy di Vodafone – "Stiamo lavorando affinché venga fermato questo accesso diretto utilizzato dalle agenzie governative per ottenere i dati sulle comunicazioni delle persone”. Con questo outing, che mette in risalto quanto le aziende di telecomunicazioni siano state complici dei governi, Vodafone spera di ottenere l'eliminazione completa di questa enorme infrastruttura di intercettazione e invita i governi “a scoraggiare le proprie agenzie e le autorità a insinuarsi nelle infrastrutture di comunicazione di un operatore senza alcun mandato”: tutti gli Stati dovrebbero pubblicare ogni anno i dati relativi a queste tipologie di richieste fatte ai gestori, indifferentemente che si tratti di telefonate e messaggi o dei relativi metadati, dai quali si può risalire all'effettiva posizione di un determinato dispositivo, aggiornata in tempo reale.

L'Italia è il primo paese per numero di richieste di metadati

Nell'elenco pubblicato da Vodafone, nel quale viene elencato il numero preciso di richieste dei Governi, non figurano Malta, Romania, Albania, Ungheria, India, Sud Africa, Turchia, India ed Egitto, Nazioni in cui è illegale utilizzare e divulgare qualsiasi informazione relativa alle intercettazioni.

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Record negativo per l'Italia, che a quanto pare è il Paese ad aver inoltrato a Vodafone il maggior numero di richieste di informazioni su telefonate, indirizzi, luoghi, orari e numeri di telefono nel 2013: con le 605.601 intercettazioni il Bel Paese si pone al primo posto assoluto, superando più di dodici volte le 48.679 richieste della Spagna e le 28.145 del Portogallo.

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